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Chi diamine è Yves Tumor?

Sappiamo pochissimo di lui, forse è nato a Miami, forse è cresciuto nel Tennessee, forse ha vissuto a Torino. L’unica certezza è la sua musica, che va oltre la sperimentazione
Un dettaglio della copertina di "Serpent Music"

Un dettaglio della copertina di "Serpent Music"

Yves Tumor è ufficialmente l’uomo del mistero. Nel senso che non credo ci sia artista più riservato di lui. Non è nemmeno sicuro quale sia il suo nome esatto. Alcune volte ha detto di chiamarsi Sean Bowie, altre volte scritto Shan, o addirittura Rahel Ali.

Quando però lo metti alle strette chiedendogli chi diamine è Sean Bowie, lui risponde: «Non ne ho idea. Cambio nome in continuazione perché faccio molte cose, ho diversi progetti.» Di quanti anni abbia o dove viva non ne parliamo proprio, anche se le ultime indiscrezioni sulla casa dell’artista americano individuerebbero Torino come città di residenza. «Ci ho vissuto per cinque mesi, ma ora mi sono già trasferito altrove», smentisce Yves.

La faccenda della privacy riguarda però solo il presente di Yves. Tutto ciò che ha a che fare col suo passato, con la giusta dose di discrezione, Yves lo condivide senza problemi, con una disponibilità che finisce per metterti ancora più dubbi se ti stia pigliando per il culo o meno: «Sono nato a Miami, Florida, e mi sono trasferito nel Tennessee a 12 anni, dove ho fatto le scuole medie e le superiori». E viene da chiedersi se passare gli anni dell’adolescenza nel fulcro del country e del classic rock americano lo abbia segnato in qualche modo. «No, il country non fa per me. La verità è che mi è sempre interessato di più il pop, è l’unico ad avermi influenzato».

L’unica certezza è che la sua ultima creatura, Serpent Music, supera di molto le linee tracciate dallo “sperimentale” per addentrarsi in una terra di nessuno, dove coesistono strumentali funky ed elettronica oscura, ma ultra-definita, world music distopica e vaporwave erotica. Il tutto, attraversato in modo trasversale da un richiamo nascosto. «Stavo lavorando ad alcuni suoni sibilanti nel mio studio, da lì al nome Serpent Music il passo è stato breve. Mi piace l’idea di creare della musica per i serpenti, come se dovessi mettere degli speaker dentro la loro teca e schiacciare play». E nel disco, così come nell’essenza stessa di Yves Tumor, si percepisce un continuo gioco di contrasti pericolosi: «Yves è un nome francese, molto delicato, mentre Tumor rimanda a un qualcosa di distruttivo. Non sono mai stato qualcosa per troppo tempo, io sono un po’ di tutto. Mi segui?».

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