Poco meno di un anno fa Katy Perry era impegnata a registrare il suo nuovo album a Los Angeles. Ad un certo punto Max Martin, il suo produttore e co-autore, mette su Lion, un brano a cui stava lavorando con il nipote di Bob Marley, Skip. La cantante è rimasta così colpita da invitarlo a incidere una strofa del singolo principale estratto dal disco, Chained to the Rhythm, infischiandosene della giovane età del ragazzo, che dovrà aspettare ancora un anno per votare. «Mi ha scioccato», ha detto Skip, che è appena tornato da Londra, dove si è esibito con Katy Perry in occasione dei Brit Awards. «Il concerto mi ha dato tanta visibilità».
Figlio di Cedella Marley (la più grande delle figlie di Bob e Rita), Skip è cresciuto immerso nella musica e ha spesso accompagnato gli zii, Ziggy e Stephen, in alcuni tour. Sa suonare la chitarra e il pianoforte, ma non si è esibito in pubblico finchè non gliel’ha imposto lo zio Stephen durante un concerto a Jacksonville, in Florida. Ha cantato parte di un classico del padre, One Love, del 1977. Aveva 14 anni. «Prima ero davvero timido», ha detto. «Quell’esperienza, però, mi ha fatto capire che io nella vita devo fare il musicista».
Dopo che un’amica gli ha raccontato della sua difficile separazione dal fidanzato, il ragazzo ha scritto Cry To Me, brano che sua madre ha inviato a David Massey di Island Records, un vecchio amico della famiglia Marley. In un battito d’ali Massey si è fatto trovare a casa del ragazzo con un contratto discografico in mano. Lo ha messo in contatto con Martin, il guru-songwriter svedese, artista che ha curato brani per tutti, da Britney Spears a Taylor Swift passando per Ariana Grande. Insieme hanno scritto l’anthem Lion, una fusione unica di reggae e pop. «C’è molta tensione nel mondo», ha detto Skip. «Sentivo il bisogno di rassicurare la gente, di raccontare la sicurezza dell’amore e della comunità».
Chained to the Rhythm ha debuttato al quarto posto della Hot 100. Si tratta, per quanto possa sembrare assurdo, della prima volta in una Top 10 per un Marley. Neanche Bob ce l’aveva fatta. Skip dice che il suo disco d’esordio è pronto all’80% e che spera di farlo uscire quest’estate. Sa che il suo cognome significa aspettative altissime, ma non sembra gli importi molto. «Essere suo nipote non è mai stato un peso», dice il ragazzo nato 15 anni dopo la morte di Bob. «Invece penso sia una benedizione, sto continuando a diffondere il suo messaggio di amore, di unificazione dell’umanità. Fratelli e sorelle più forti solo se insieme, sto portando il suo messaggio a una generazione tutta nuova».