1. “Can’t Feel My Face” di The Weeknd
È stato quel “oooooh!” a cambiare tutto. Quell’unica sillaba carica di estasi, che viene fuori prima di ogni ritornello, ha trasformato Abel Tesfaye (conosciuto anche come The Weeknd) da cantante R&B di culto a pop star con tutti i crismi – proprio come un altro urlo di gioia aveva marcato con decisione una nuova era nella carriera di Michael Jackson all’uscita di Don’t Stop ‘Til You Get Enough 36 anni prima. Il lavoro di produzione fine come seta di Max Martin ha fatto la sua parte nel lanciare Can’t Feel My Face dritto al primo posto delle classifiche pop con un’efficienza scandinava. Ma è la sbalorditiva performance vocale di Tesfaye che l’ha resa subito un classico. Attraverso la canzone si reinventa come gigante del pop – mascherando con abilità l’ossessione per le droghe dietro la metafora di una relazione pericolosamente focosa, e riducendo le sue tendenze malinconiche ad un accenno di dramma esistenziale nel suo leggerissimo falsetto. Al termine della canzone, sarete pronti a tutto per un’altra dose.
2. “Trap Queen” di Fetty Wap
La più grande neo-star dell’anno ha mandato i suoi stilosissimi saluti da Paterson, New Jersey, a tutto il mondo. Fetty Wap ha conquistato la radio con una canzone d’amore tutta gangsta – dietro questo tormentone stratosferico troviamo la storia di un’impresa criminale a due, un sogno che sembra uscito dal mondo di Scarface in cui Fetty e la sua trap queen possono infornare tortini tutt’altro che legali e, sballatissimi, sfrecciare in auto insieme per sempre. Di certo parla per i nostri tempi, che ora come ora la più fantasia romantica più credibile includa una coppia di pusher, ma forse è a questo che siamo arrivati. Due nuovi Lambo fatti l’uno per l’altra? Questo sì che è vero amore.
3. “Hotline Bling” di Drake
Un campione d’annata di drum-machine anni ’70 dà la carica alla rievocazione squisitamente mesta di scopate ormai passate ad opera di Drake. Non gli resta altro, adesso, che sentire la mancanza di quella ragazza, struggersi perché si è fatta una nuova vita mentre va per locali e balla come l’uomo più follemente innamorato del mondo.
4. “Pedestrian at best” di Courtney Barnett
I più eccitanti quattro minuti di rock del 2015: il crunch della chitarra che si suona in garage ed un sermone che sa di dark humor spianano la strada ad un ritornello che la vostra band alternativa preferita negli anni ’90 si sarebbe mangiata le Doc Martens pur di averlo scritto loro.
5. “I Know There’s Gonna Be (Good Times)” di Jamie xx
Il più solare dei tormentoni estivi del 2015 ci è arrivato dall’improbabile trio composto da Jamie xx, Young Thug ed il toaster giamaicano Popcaan – insieme a deliziose armonie R&B campionate dai Persuasions, per una vera sinfonia da angolo di strada.
6. “Hello” di Adele
Quando Adele dice “hello,” la gente ascolta – con gente intendiamo tipo decine di milioni di persone. Che stesse cantando per un ex (come il video sembra sottintendere) o alla se stessa del passato (come da lei sostenuto), questa ballata con la sua dolorosa intensità ci ha colpiti come una martellata di emozioni.
7. “King Kunta” di Kendrick Lamar
Il pezzo più potente e funk in To Pimp a Butterfly non risparmia nessuno dai detrattori di Lamar a the power that be. Sapevamo già che Kendrick fosse un grande paroliere; si scopre ora che è pure un tipo tosto.
8. “Fuck Up Some Commas” di Future
Da Atlanta a Pluto(ne), l’uomo che si è battezzato “Future Hendrix”è tornato a tutta forza nel 2015, ritrovandosi sotto un diluvio di soldi – migliaia, milioni, più virgole ci sono meglio è – grazie ad un ritmo battente infuso di sirene.
9. “How Could You Babe” di Tobias Jesso Jr
Il canadese alto come un giocatore dell’NBA e con la voce da Harry Nilsson ha conquistato i nostri cuori con questa ballata al piano dai toni di sconfitta in cui si osserva una vecchia fiamma che va avanti senza di noi.
10. “Where are Ü Now” di Jack Ü e Justin Bieber
Gli amiconi del mondo della EDM Skrillex e Diplo salvano il vecchio Bieb dal purgatorio delle celebrità, distorcendo ed editando la sua voce in una modulazione da delfino spaziale in preda ad un trip che si è subito rivelata uno dei sound più indimenticabili dell’anno.
11. “The Hills” di The Weeknd
Il secondo successo di Weeknd classificatosi primo nel 2015 è molto più vicino al ragazzo che avevamo conosciuto nelle sue vecchie mixtape: grida acute da film horror e tempestosi suoni elettronici che scandiscono sensuali gemiti che parlano di una relazione nichilistica, e in qualche modo il tutto riesce dannatamente orecchiabile.
12. “What Went Down” di Foals
Questi ambiziosi art-rocker britannici hanno rinnovato il loro sound con un pezzo epico accompagnato da una chitarra ribollente che suona come se i Radiohead ed i My Morning Jacket si fossero imbarcati su una navicella truccata puntandola dritta verso il nucleo del sole.
13. “Trying” di Bully
In un anno parco di ottime band ubriache dell’essenza degli anni ’90, i Bully si sono distinti – richiamando gli Hole ed i Veruca Salt con tanta passione e resilienza in questo prezioso sfogo su cosa significhi sopportare la vita.
14. “Stay in My Corner” di The Arcs
Un dolce biglietto d’amore in un falsetto soul da parte dell’altra band del frontman dei Black Keys, Dan Auerbach, con tanto di hook che unisce un’appassionata chitarra in stile Mayfield alla splendida melodia di Jealous Guy di John Lennon.
15. “Flesh Without Blood” di Grimes
Un pezzo dance pop che causa dipendenza come solo l’originalissima canadese Claire Boucher avrebbe potuto farne: un inno di liberazione dalla cromatura sfavillante zeppo di caricatissimi beat elettronici e hook rarefatti, da diva fantasma. Al momento spopola nei locali di Marte.
16. “Ghosttown” di Madonna
Un’indomabile power ballad che descrive un mondo in rovina ed è così strepitosa che potreste trovarvi a fare il tifo per l’apocalisse.
17. “Let It Happen” di Tame Impala
In qualche modo questo pezzo incredibilmente caldo e confortevole ci fa pensare a Syd Barret e Gary Numan che se la spassano insieme.
18. “High by the Beach” di Lana del Rey
Quest’inno, con la sua narcotica orecchiabilità, vede una Lana al top in un anno in cui spesso ci andava di metterci a fissare le onde senza fare altro.
19. “S.O.B.” di Nathaniel Rateliff and the Night Sweats
“Son of a biotch, give me a drink!” il pezzo vintage-soul più scatenato e selvaggio del 2015 ce lo offre un ex cantante folk dritto dritto da Denver.
20. “Don’t Wanna Fight” di Alabama Shakes
Gli Shakes ci danno dentro col ritmo in quello che forse è, ad oggi, il loro pezzo più eccezionale e straordinario. L’ululato di Brittany Howard in apertura è un uragano.
21. “Here” di Alessia Cara
Un pezzo furtivamente accattivante sul conflitto interiore universale che sorge quando ci si annoia a morte ad una festa.
22. “Sunday Candy” di Donnie Trumpet and the Social Experiment
La più grande canzone hip-hop tra quelle che parlano di una nonna di tutti i tempi, tutto merito di Chance the Rapper.
23. “Dreams” di Beck
Beck si è liberato della malinconia di Morning Phase con questo raffinato pezzo disco. Per favore, per il 2016 chiediamo di più di questo Beck felice!
24. “Leave a Trace” di Chvrches
La canzone neo-New Wave più notevole dell’anno, da una band scozzese che ne ha già fatte un mucchio.
25. “All Your Favorite Bands” di Dawes
Questo seguito a Forever Young ci ha dato la preghiera dell’anno per i fan della musica rock: “Possano tutte le tue band preferite restare insieme.”