Quindici anni di festival, 40mila presenze complessive e artisti di altissimo livello e di generi assai diversi, pur rimanendo nell’ambito dell’elettronica. Si è concluso il Club To Club di Torino e noi abbiamo cercato di tirare le somme di uno dei più importanti festival del genere in Italia.
Partiamo dai Battles, freschi di album e, a nostro modesto dire, miglior live di questo quindicesimo episodio di Club To Club. «Dopo il concerto ci vediamo tutti nella mia camera d’albergo, è la numero 665. Proprio quella di fronte alla 666» scherzava Ian Willams, intrattenendo il pubblico mentre Dave Konopka bestemmiava dietro a un pedalino impallato, senza cui non si sarebbe potuto suonare la febbricitante The Yabba. Si è concluso così uno dei primi live di venerdì, dove John Stanier come al solito ha giocato il ruolo dell’anello mancante fra uomo e drum machine.
Tra le piccole delusioni bisogna segnalare quella di Oneohtrix Point Never di sabato sera mentre Floating Points è stato immenso al Teatro Carignano giovedì. Alle 2 meno un quarto di venerdì arriva il momento di Thom Yorke. La sua presenza è senza dubbio il motivo per cui la maggior parte delle persone ha comprato il biglietto di questa serata al Club to Club. Il cantante dei Radiohead sale sul palco accompagnato da Nigel Godrich, storico produttore del gruppo, e Tarik Barri, che si occupa dei visuals. Tom è bello carico e il suo live Tomorrow’s Modern Boxes (come l’album) alterna momenti di pressione ad altri di calma apparente.
Forse nella successione dei primi pezzi Yorke non parte alla grandissima come ci si potrebbe aspettare, ma è un crescendo che si esprime meglio sul finale. Con lui si parte per un lungo viaggio sonoro e ipnotico che si sa dove inizia e non si sa dove andrà a finire, ed è questo il bello. Qualcuno l’ha trovato noioso, inutile negarlo. Qualcun altro ha criticato il fatto che York stesse riproponendo una solfa in stile Moderat (più volte in passato ha dichiarato che la sua band preferita sono i Modeselektor) pur non essendo Apparat, che oltretutto ha inaugurato il festival mercoledì.
Tra gli altri act degni di menzione troviamo Omar Souleyman, siriano prodotto oltretutto dai Modeselektor di cui sopra. Le sue litanie lo-fi in arabo, proposte nella sala Red Bull, sulle prime ti fanno cadere in uno stato di allegria, che però non dura in eterno. Felicità che poi abbiamo recuperato più tardi, con i Ninos Du Brasil di Nico Vascellari e Nicolò Fortuni, e poi con un Todd Terje bello in forma.
Sabato, alle 3 di mattina sale in cattedra colui che da tempo viene considerato il sindaco di Torino: Jeff Mills. Le autostrade astrali della sua techno (nel senso più detroitiano del termine) hanno messo il sigillo di questa quindicesima edizione di C2C (finita ufficialmente ieri con Kode9), caricando le migliaia di clubber sull’astronave madre in direzione spazio interstellare. Ci siamo divertiti.