Da qualche tempo, e soprattutto tramite alcune voci, la musica pop italiana (dentro e fuori le canzoni) è tornata a preoccuparsi delle persone, dei diritti, del futuro. Il ricambio generazionale avvenuto nel mainstream, evidente in modo esplicito nelle classifiche di vendita, di ascolti e palesato, ad esempio, nella recente nuova direzione intrapresa dal Festival di Sanremo, racconta di nuove generazioni di ventenni e trentenni in cui impegno civico e pop music viaggiano oramai a braccetto, sul palco come nei social.
Gli artisti, negli ultimi anni, soprattutto grazie ai social network, si sono ritrovati con un grande potere comunicativo e alcuni di loro, in modo intelligente e altruista, ne hanno approfittato per fare un uso virtuoso di condivisione e divulgazione di messaggi sociali.
Elodie e Levante sono sicuramente due di queste nuove voci. Entrambe le artiste infatti uniscono creatività e impegno, approfittando del proprio status per dare importanti segnali, soprattutto su tema legati ai diritti e all’inclusività, in nome di un futuro di totale egualità. Pensiamo ad esempio a come le due hanno utilizzato la propria musica e, di conseguenza, le proprie piattaforme e la propria comunicazione per parlare di empowering femminile e schierarsi contro la violenza sulle donne. O ancora come hanno mostrato un forte sostegno alla comunità LGBTQIA+, tanto che Elodie nel 2022 è stata madrina del Roma Pride. Un impegno sottolineato nuovamente nel progetto di Lavazza Qualità Rossa, L’Italia che vorrei, dove le due artiste hanno messo volto e voce per raccontare le loro speranza per il futuro del paese.
Da un lato Elodie, che a Sanremo ha deciso di partecipare con Due, un brano impregnato di empowering femminile, cantato da una donna fiera di essere tale. Una canzone che come molte del suo disco Ok. Respira parla di relazioni, accettazione di sé, indipendenza e che segue un’idea ben chiara di Elodie, ovvero unire musica pop ad un messaggio perché, come ci ha raccontato lei stessa, «cantando testi leggeri a volta basta mettere delle virgole o sottolineare delle parole per dargli un valore ulteriore». Infondo Elodie è sempre stata coraggiosa nelle sue dichiarazioni, utilizzando la sua musica, e il suo status, per dar voce a chi voce non ne aveva, spinta dall’idea, inamovibile, che la cosa più importante siano i diritti fondamentali che «un paese libero dovrebbe sempre tutelare».
Dall’altro, invece, Levante, un’altra artista che ha sempre cercato di usare la sua potente voce per raccontare storie, a volte universali, altre personali, come in Vivo, la canzone che a Sanremo – in coppia con Vivere, la cover di Vasco Rossi scelta per la serata duetti – è un omaggio alla persona, alla donna, al futuro (non a caso il nuovo disco di Levante ha come nome Opera Futura). «Ho iniziato a pensare al futuro quando sono diventata madre. Per quanto ci siano cose che mi disgustano stanno accadendo anche tante piccole micro-rivoluzioni. Le nuove generazioni sono pronte a riprendersi il loro posto», ci ha raccontato. Aggiungendo: «Mi auguro sia un’Italia giusta, capace di ricordarsi sempre degli ultimi. Se ti ricordi degli ultimi, vuol dire che stai considerando tutti, e così non puoi sbagliare».
Come sarà l’Italia del futuro non possiamo saperlo, ma sicuramente possiamo adoperarci – oggi – per renderla il più possibile libera, equa, giusta, ora che dobbiamo agire. E il cambiamento, come ci ha insegnato la storia, passa anche attraverso un cambio di paradigma culturale che canzoni, artisti e dichiarazioni possono veicolare. Bisogna solo scegliere di far parte di questo cambiamento, proprio come hanno fatto Elodie e Levante.