Voi come pronunciate blink-182? Beh, qui in Italia i profani li hanno sempre chiamati “blink centottantadue”. Ma per comodità e anche per evitare proprio questo genere di discussioni la maggior parte di noi li chiama i “blink”. Senza numero. Tanto in italiano la parola blink non si usa. Può solo significare la band.
Per gli anglofoni però è un problema più complesso. Loro la usano eccome la parola blink, che può significare una quantità considerevole di cose: dal verbo lampeggiare al gesto di strabuzzare gli occhi, dal sostantivo occhiata all’atto di fissare qualcosa con gli occhi socchiusi, come quando ti svegli ancora ubriaco in una stanza piena stracolma di luce. Esclusa quindi la semplice parola “blink”, come si pronuncia il pacchetto completo, con tutto il numero annesso?
The British call Blink-182 “Blink One Eight Two” and I’m not saying that’s WHY they lost the Revolutionary War, but…
— Karmitzvah (@IanKarmel) 19 novembre 2018
Tutto è cominciato con un tweet. Un misero tweet che per quanto provocatorio non voleva di certo diventare un casus belli (tipo l’anarchico che spara a Francesco Ferdinando d’Austria) ma alla fine lo è diventato eccome.
“Gli inglesi chiamano i Blink-182 “Blink One Eight Two” e non voglio dire che è PER QUESTO che hanno perso la Guerra d’Indipendenza, però…” A firmare il suddetto tweet, giusto questa notte, è Ian Kamel, un comico americano e autore del Late Late Show with James Corden. Non è propriamente Obama a dirlo, però è comunque uno che ha della visibilità, oltre che un buon 44k follower. Al che immediatamente risponde un follower, chiedendo allo stesso Kamel come lo pronuncia lui. “One-Eighty two!”
Don’t start this. I admit we are wrong on this. America calls them Blink One eighty two. Which is also wrong. They technically should be called Blink one hundred and eighty two. Don’t take some moral high ground here. https://t.co/zm2Gpb6xtT
— James Corden (@JKCorden) 19 novembre 2018
Il guaio diventa più grosso quando si aggiunge Corden, preso in causa soprattutto perché inglese. “Non iniziare questa cosa. Ammetto che sbagliamo a dirlo. L’America li chiama Blink One Eighty Two. Ma anche questo è sbagliato. Tecnicamente andrebbero chiamati Blink one hundred and eighty two. Quindi non facciamo i moralisti qua.”
Thank you James. Some say one eighty two. Some say one eight two. But in all of this, I feel like we’ve lost sight of the fact that the B in blink-182 should be lower-case. https://t.co/d3Gi2Ezmhu
— stuffing and marked potatoes ?️? (@markhoppus) 19 novembre 2018
Ormai è guerra, quindi l’affare diventa troppo grande perché gli stessi membri della band non intervengano. “Grazie James” risponde Mark Hoppus sempre su Twitter. “Alcuni dicono one eighty two. Altri one egiht two. Ma in tutto questo sento che stiamo perdendo di vista il fatto che la B di blink-182 dovrebbe essere minuscola.”
It’s actually— Blink eighteen-two. People have all gotten this wrong for years. Sometimes this can happen with very complex, thoughtful and elevated art. https://t.co/jmsfv401KF
— Tom DeLonge (@tomdelonge) 19 novembre 2018
È abbastanza chiaro a tutti che in ogni tweet di botta e risposta c’è dell’ironia, della falsa seriosità su un tema davvero futile. Ecco, a smorzare ogni tipo di divertimento arriva lo strano del gruppo, tecnicamente nemmeno più nel gruppo dal 2015, che con due righe bizzarre e un po’ fuori luogo ha messo una pietra tombale alla gag facendo dileguare i vari Hoppus, Corden e pure i vari fan che si erano un po’ intromessi nel discorso. “Veramente, è Blink eighteen two” sentenzia Tom DeLonge mettendo sia la maiuscola a Blink che tirando fuori una nomenclatura che non ha mai usato davvero nessuno. “La gente ha frainteso per anni. Questo a volte può succedere se si parla di arte complessa, introspettiva ed elevata.” Boh.