Matthew Seligman, conosciuto soprattutto come bassista dei Soft Boys, è morto all’età di 64 anni dopo aver contratto il coronavirus. L’ha annunciato il frontman della band post-punk britannica Robyn Hitchcock con un lungo tributo sui social: riflettendo sulla registrazione del disco più celebre del gruppo e sulla loro successiva amicizia, lo ha ricordato come un “bassista allegro e funky, che ha fatto di Underwater Moonlight un disco esuberante, da registrare e da ascoltare”.
Dopo lo scioglimento dei Soft Boys, Seligman ha continuato a lavorare con Hitchcock, nei suoi primi due album solisti.”Oltre a suonare il basso, si era specializzato in battute”, scrive Hitchcock. “‘La musica pop consiste nell’esagerare l’ovvio’ e ‘Quello che hai dimostrato all’industria musicale è che non puoi vendere dischi’ sono due delle mie preferite”.
“Sono davvero grato di aver lavorato con lui – vedevi il suo viso illuminarsi come la luna piena quando riascoltava una registrazione che gli piaceva. Sul palco, quando la musica lo emozionava, si agitava e si affannava. Matthew è, era e sarà sempre uno dei grandi. Il mio cuore è con la sua compagna, Mami; con i suoi figli Daisy e Lily, e con tutti quelli che gli erano vicini”.
Seligman è stato per un breve periodo membro del gruppo pop anni ’80 The Thompson Twins e ha collaborato con artisti come Morrissey, Thomas Dolby, Sinead O’Connor e Tori Amos.
Nel 1985 il bassista suonò per David Bowie nella storica esibizione al Live Aid del 1985, ma collaborò anche alle musiche del film fantasy Labyrinth, in cui il Duca Bianco interpretava Jareth, il re dei Goblin, e alla registrazione di Absolute Beginners.