Rolling Stone Italia

Cos’è successo tra Morrissey e Johnny Marr?


Il cantante ha scritto una lettera in cui accusa il chitarrista di usarlo «come clickbait» nelle interviste e chiede di non essere più nominato. La risposta: «Le lettere aperte non si usano dal ’53. L’ha capito anche Trump»

Foto: Clare Muller/Redferns via Getty Images

Nelle ultime settimane Johnny Marr, l’ex chitarrista degli Smiths, è impegnato nella promozione del suo ultimo lavoro Fever Dreams 1-4, un doppio album di inediti. Come succede spesso con i progetti dei musicisti che hanno fatto parte di band così importanti, nella maggior parte delle interviste si finisce comunque per parlare del passato o ipotizzare reunion. In una di queste, rilasciata al magazine Uncut, Marr ha detto che è in ottimi rapporti con tutti i musicisti con cui ha lavorato, «tranne uno». Ovviamente si riferisce a Morrissey, il frontman degli Smiths: «Non dovrebbe sorprendere nessuno, siamo davvero diversi», ha detto Marr.

Il cantante non ha gradito, e ha scritto una lunga lettera aperta (pubblicata sul suo sito) in cui accusa il chitarrista (senza però citare direttamente l’articolo) di usare il suo nome «come clickbait» e chiede di non essere più nominato.

«Questa non è una sparata isterica. È una richiesta calma, educata e misurata: puoi smettere di fare il mio nome nelle interviste? Potresti invece discutere degli incredibili traguardi che hai raggiunto da solista?», scrive Morrissey. «Il punto è che non mi conosci. Non conosci la mia vita, le mie intenzioni, i miei pensieri e i miei sentimenti. Ma parli come se fossi il mio psichiatra. Non ci frequentiamo da 35 anni, molte vite fa. Quando ci siamo incontrati non avevamo successo, ci siamo aiutati a diventare quello che siamo ora. Possiamo finirla qui? Perché continui a incolparmi per tutto, anno dopo anno, decennio dopo decennio… dallo tsunami delle Isole Salomone del 2007 alla bava sul mento di tua nonna?»

«Ti ho ispirato abbastanza per fare musica insieme per sei anni. Ma se fossi il mostro che dici, cosa ti avrei mai fatto? Sequestrato? Incatenato? Rapito dagli alieni? Sei tu che hai suonato la chitarra in Golden Lights, non io».

Alla fine della lettera Morrissey attacca anche la stampa britannica – «pubblicano qualsiasi cosa tu dica di me, basta che sia crudele e feroce» – e dice di non aver mai criticato gli album solisti di Marr. «Ai tempi di Louder than Bombs e Strangeways ho apertamente riconosciuto il tuo genio. Ma adesso, ogni volta che la stampa ha bisogno che qualcuno giudichi male una cosa che ho detto, sei sempre pronto. Smettila. È il 2022, non il 1982».

Come prevedibile, Marr ha risposto alla lettera nel giro di poche ore. L’ha fatto con un breve tweet: «Le lettere aperte non si usano dal 1953, ormai è tutto sui social. L’ha capito anche Donald Trump», scrive. «E questa storia delle fake news… fa un po’ 2021, non credi?».

Iscriviti