«Ciao a tutte e tutti, con molto rammarico mi ritrovo a dover comunicare quello che speravamo non sarebbe accaduto: nostro malgrado, siamo costretti a rimandare i concerti previsti per l’1, 2 e 3 ottobre a Bologna».
Niente festa dell’amore, niente concerti: con queste parole, e quelle che seguono in cui si spiega anche che cosa fare in caso si voglia il rimborso del biglietto, Cosmo ha annunciato ufficialmente l’annullamento dei tre show previsti a inizio ottobre, senza distanziamento, con Green Pass. I tentativi di scompigliare la carte, forzare la mano alla politica, chiamare in causa il presidente della regione Emilia-Romagna e il ministro della cultura Dario Franceschini e creare un precedente per tutto il settore non hanno avuto esito positivo.
«Perché stiamo spostando?», scrive Cosmo. «Per le scelte fatte dalla politica, e per i tempi della burocrazia. Non certo per una situazione di emergenza ospedaliera. Purtroppo il governo ha detto che si esprimerà sulla possibile abolizione del distanziamento soltanto il prossimo 30 settembre, il giorno prima di un evento che ha bisogno di tempo per essere allestito e che non può rischiare di venire bloccato last minute con tutto quello che ne comporterebbe. Speravamo sinceramente di poter creare un precedente sensato che aiutasse lo stato e il settore a marciare verso una riapertura reale e non fittizia. Credevamo – e lo abbiamo fatto prima ancora che il Governo si esprimesse nel merito – che l’utilizzo del Green Pass potesse essere un veicolo per ricongiungerci alla normalità e anche un mezzo per spingere la comunità (e soprattutto le fasce più giovani) a vaccinarsi».
«Per questo siamo rimasti delusi dal modo in cui certi provvedimenti sono stati messi in atto finendo per trasformare quella che di fatto era un’opportunità in una minaccia e dando vita a un paradosso: mentre i concerti sono sempre di più militarizzati, controllati a vista, pieni di vincoli e regole da seguire, fuori dalle arene dedicate alla musica sembra sia possibile fare tutto quello che da decreto risulterebbe vietato nei nostri eventi. Un paradosso, ripeto, che comincia a essere fortemente offensivo per tutte quelle persone che fanno parte di questo settore e che pur dovendo continuare a pagare tasse, bollette, affitti e quant’altro, hanno visto le possibilità di svolgere il proprio lavoro limitate al massimo (parliamo, almeno, di chi ha insistito per agire nel rispetto della legalità, senza cadere negli sconfinamenti illegali che, è sotto gli occhi di noi tutti, si sono fatti, forse inevitabilmente e forse giustamente, sempre più frequenti)».
«Chi prende le decisioni ignora, tra le varie cose, quanto sia frustrante e ingiusto vedere i nostri colleghi di tutto il mondo poter lavorare a pieno regime mentre qui ancora dobbiamo discutere se sia lecito o meno fare i concerti con il pubblico in piedi e non solo con le sedute».
«Le nostre istituzioni, all’inizio della pandemia, avevano detto che nessuno sarebbe stato lasciato indietro, e invece il nostro settore se lo sono proprio dimenticato, lavandosi la coscienza con ristori mal distribuiti e limitazioni che alla lunga costringeranno in tanti a tirare i remi in barca».
«È un paradosso anche il fatto che il ministro tecnicamente più a sinistra di tutto l’esecutivo abbia abbandonato completamente i valori relativi alla tutela del lavoro e quelli sull’importanza dell’aggregazione sociale, per sposare una sorta di prudentismo immobilista e per nulla volto al futuro. Se la politica è un equilibrio di visioni, sensibilità ed esigenze, le nostre sono state cancellate. Per Speranza, ma anche per Franceschini, siamo degli alieni».
«Sono amareggiato, ripeto, anche perché ho lavorato per tutta l’estate coi miei collaboratori per mettere in piedi uno spettacolo indimenticabile, ricco, pieno di novità. Ma sono anche convinto che tutto quello che abbiamo fatto in queste settimane non sia stato del tutto inutile e per questo non siamo interessati a mollare. I concerti si faranno, anche se ancora non vi possiamo dire quando. Dovremo aspettare anche noi il 30 settembre per potervi indicare delle date che speriamo possano essere le più vicine possibili. Come vi abbiamo sempre promesso: i biglietti saranno rimborsabili da subito (costi di prevendita inclusi) e potrete decidere voi se attendere le nuove date o meno. Noi vi possiamo solo garantire che i concerti si faranno e che non dimenticheremo mai l’atto di fiducia con cui avete sposato questo progetto».
«Vi ringrazio ulteriormente perché so che in tanti vi siete già organizzati con viaggi e alberghi, non sapete quanto mi fa incazzare l’idea che abbiate speso soldi inutilmente, ma spero comprendiate che anche noi siamo sulla stessa barca e che la non possibilità di svolgere gli show nelle date in cui avremmo voluto ci mette in una situazione molto simile alla vostra. Per questo abbiamo pensato di creare un email dove vi invitiamo a scriverci se sarete costretti a venire comunque a Bologna, se non potrete ricevere il rimborso di treni o alberghi etc etc. Vogliamo comunicare direttamente con voi e capire se possiamo intervenire in qualche modo. Questa è la mail, la gestisco direttamente io, quindi è anche un modo per sentire la vostra vicinanza e farvi sentire la mia: primafesta.amore@gmail.com. Se volete chiedere il rimborso del biglietto – che resterà naturalmente valido per le nuove date – scrivete un’email a: aiuto@dice.fm. Sarà possibile chiedere il rimborso entro un mese dalla data odierna».
«La prima festa dell’amore succederà, ve lo prometto, il più presto possibile. Intanto: grazie, del profondo del cuore».
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