Ha aperto lo scrigno dei suoi ricordi più intimi, Andrea ‘Cucchia’ Innesto, che da più di 30 anni segue Vasco, in ogni suo album e in ogni suo tour. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare, attraverso il suo sguardo, il giorni prima e dopo il il concerto che l’Italia ha aspettato in trepidante attesa.
Ha suonato davanti a duecentoventimila persone, ma il suo tono di voce ad un giorno dall’evento dei record è pacato e i suoi movimenti controllati, da persona serena, a cui la vita ha regalato un grande talento ma anche la fatica di doverlo gestire ogni giorno.
Ciao Andrea, quanti anni sono che lavori con Vasco e soprattutto ti senti agitato per domani? Prova a raccontarmi cosa ti passa per la testa…
Sono ormai 33 anni che suono al fianco di Vasco, sono entrato stabilmente a far parte della band alla fine del’84 e diciamo che ormai è un mezzo matrimonio. Certo, per domani si percepisce un po’ di tensione anche dovuta al fatto che ci sarà tantissima gente, tuttavia, quando suono ho la prerogativa di chiudere gli occhi ed isolarmi dal resto, quindi generalmente è il caldo che mi preoccupa ma dato che le temperature sono ok, posso dire che non ci sono altri problemi.
Cosa ti sembra di aver dato in queste tre decadi accanto al rocker italiano per eccellenza e, al contrario, cosa ancora hai da comunicare con la tua musica?
Non posso dirti cosa ho dato, è una domanda che dovrei porre al pubblico che ci ha fedelmente seguiti per tutti questi anni. Dal canto mio posso dirti che quando imbraccio il mio sax cerco di vibrare e stare in equilibrio con me stesso, continuo a studiare e provo a comunicare il mio amore per la musica e la vita.
Quanto ha condizionato la tua vita il mondo di Vasco?
Vasco è sicuramente un punto di riferimento con le sue canzoni, ed è sempre stato supportato da una schiera di ottimi musicisti; Io ho succeduto il grande Rudy Trevisi che, ahimè, ci ha lasciati pochi mesi fa. Nell’83 quando ho preso il suo posto mi disse ironicamente: «Con i rockettari basta, stai tu qui che sei giovane: io torno a fare la Tosca!». Era un musicista classico, veniva dal teatro comunale di Bologna e nel periodo con Vasco c’era Massimo Riva che gli suonava con il suo Marshall a palla nell’orecchio sinistro. Era un persona incredibilmente gentile e chiedeva a Massimo di abbassare leggermente il volume, cosa che lui ovviamente non faceva. Tuttavia essendo un classico ha fornito ai dischi di Vasco tantissimi spunti e idee, tant’è che tutti i suoni fino all’85 sono i suoi. Una volta preso il posto di Rudy, come si fa con i grandi maestri, ho sempre rispettato il suo operato raccogliendo i suoi input e sviluppandoli. Il progetto Vasco Rossi è forte oltre che per le splendide canzoni che lui ha scritto anche per l’energia e la bravura che ci abbiamo sempre messo noi musicisti, certo molti dicono che senza Vasco non esisterebbe nulla e sono d’accordo ma l’importanza dei musicisti è davvero innegabile.
Dopo l’attentato durante il concerto a Manchester, è nata in voi musicisti qualche tipo di preoccupazione? A Modena park sarà un evento di proporzioni epiche e, nonostante i controlli siano serratissimi, sappiamo che questo è un periodo delicato…
Per quanto riguarda l’attentato posso dire di esserne ‘rimasto fuori’: ci sono guerre e morti ogni giorno di cui nessuno parla e quello di cui vogliono convincerci è un’ illusione di realtà mentre a me piace prospettarmi un futuro benevolo. Credo che la televisione faccia molte porcherie, ciò che ci fa vedere sono falsità create ad hoc per indurre impotenza, soggezione e sfiducia alle persone. La realtà è il sole che vedo quando mi alzo al mattino e noi persone siamo sempre le stesse, rigirate, rimescolate e diversamente colorate. Dovremmo solo essere più onesti intellettualmente, tutto ciò che è artefatto è poco interessante.
Che rapporto hai con la paura, citata più volte da Vasco come nemico da combattere?
Non bisogna avere paura, soprattutto della verità, poiché non è elastica. Non ha altre definizioni è solo verità, non ci si può affiancare nessun altra parola. È come voler cambiare il cielo che sta lì dalla notte tempi, è impossibile.
Che rapporto hai con gli altri membri della band? E a chi sei più legato?
Io e il resto della band ci conosciamo bene e suoniamo insieme da molto tempo ma quello a cui sono più legato è il Gallo, Claudio Golinelli. Siamo diversissimi: lui è ‘capitan Cammuffa’, un giocherellone ed un grande musicista, che si maschera spesso dietro il suo personaggio sopra le righe. Provo per lui un affetto di lunga data, gli voglio molto bene. Un’altra persona che mi è entrata subito nel cuore è Matt (Laug, ndr) il batterista, lo trovo un professionista gigantesco ma al contempo un uomo molto mite ed equilibrato.
Vasco è preoccupato per domani? Vi ha fatto qualche raccomandazione o richiesta speciale?
Abbiamo fatto cinque settimane di prove, Vasco ovviamente tiene molto a questo evento perciò alle prove siamo partiti immediatamente con la scaletta. Capisco sia un evento straordinario e la sua necessità di mettere a posto subito la parte musicale tuttavia questo ci ha stancati molto. Ci saranno tre diverse regie tra RAI, dvd e contenuti dentro i contenuti per cui è necessario che tutto sia perfetto o quasi, fa parte del gioco.
Esiste un brano al quale sei particolarmente legato?
Tutte le parti in cui suono io a dire il vero. Con il fatto che quest’anno ci ha lasciati Rudy (Trevisi, ndr), quando suono lo sento dietro alle mie spalle, forse sono io che mi immedesimo troppo ma c’è qualcosa che mi fa sentire protetto. Mi sono messo anche a ristudiare i suoi assoli per capirlo meglio, solo andando a scavare nel profondo ho scoperto tante cose che non sapevo sul suo modo di suonare che è differente dal mio, mi ha insegnato tantissimo e meritava di più dalla musica.
Sono orgoglioso e fiero di voi.. siete i più belli..!! 225.000 volte grazie !!!
Pubblicato da Vasco Rossi su Lunedì 3 luglio 2017
Il concerto è passato e tutti ne parlano, è stato epico, unico, irripetibile e impressionante solo per citare alcuni aggettivi usati dai fan accorsi da tutta la nazione per il loro Komandante. Cucchia è visibilmente stanco ma nasconde negli occhi una gioia più profonda, forse quella di essere stato parte di un evento destinato a durare nel tempo.
Andrea, le tue impressioni a caldo direttamente dal palco dell’evento dell’anno…
C’era tantissima gente, impossibile vederla tutta!!! Il palco sembrava un’enorme astronave musicale, e ho visto comunque un pubblico abbastanza composto, sono molto soddisfatto dell’energia che abbiamo scatenato sul palco. Io ho suonato in maniera naturale, ero molto calmo e sono felicissimo della mia performance, così come di quella dei miei compagni. Eravamo tutti molto stanchi per via delle prove estenuanti che abbiamo dovuto affrontare, siamo arrivati sul palco con addosso una sorta di relax da stanchezza che ci ha permesso di essere sereni.
La città di Modena che ha ospitato l’evento si è mostrata assolutamente all’altezza della sua enorme portata, gestendo alla perfezione l’affluenza di persone e i controlli…
Si, devo dire che è stata d’esempio e ci sono stati pochi intoppi, è filato tutto liscio. Mi viene da dire grazie a tutti, me la sono vissuta benissimo
Esiste un brano che hai amato suonare più degli altri?
Una splendida giornata: perché è allegro, ballabile e spensierato
La musica di Vasco unisce le generazioni ed è stato emozionante per gli spettatori vedere così tante persone e di tutte le età cantare assieme: è lo stesso per voi?
Ci sono almeno quattro o cinque generazioni unite dalla musica di Vasco, semplicemente perché è un poeta del suo tempo per cui la musica passa quasi in secondo piano.
Siete tutti felici del lavoro fatto? Vasco vi ha detto qualcosa?
Assolutamente soddisfatti, stanchi e frastornati,il produttore ci ha fatto i complimenti. Vasco? Chi l’ha visto? Non ama salutare, a fine concerto è montato sul suo elicottero ed è volato via. Salutare gli crea nostalgia, è un po’ scaramantico ed è il suo modo di dire “ci vediamo la prossima volta!”.
Come ci si sente a essere entrati nella storia?
Ai posteri l’ardua sentenza.