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Damiano dei Måneskin: «Perché se io faccio tanto sesso sono un figo e Victoria una puttana?»

In una lunga intervista a Vanity Fair, la band affronta il tema del sessismo, dà ragione a Emma sull'Eurovision, parla di sessualità fluida e libera

Damiano dei Måneskin: «Perché se io faccio tanto sesso sono un figo e Victoria una puttana?»

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Foto: Gabriele Giussani

In un’intervista a Vanity Fair pubblicata oggi, Damiano David dei Måneskin ha espresso la posizione del gruppo sulla polemica scatenata da Emma Marrone. Parlando col Corriere della Sera della partecipazione all’Eurovision Song Contest del 2014, la cantante aveva detto: «Invece che essere sostenuta perché avevo portato un pezzo rock come La mia città, un atteggiamento non da classica cantante pop italiana che punta sulla voce o sulla femminilità, venni massacrata: si parlò solo degli shorts d’oro che spuntavano sotto l’abito e delle mie movenze. Ora che Damiano dei Måneskin si presenta a torso nudo e con i tacchi a spillo va bene: è evidente che c’è sessismo».

«Il giudizio facile contro il femminile è più feroce, costante, svilente (se io faccio tanto sesso sono un figo e Vic una puttana, dove io mi mostro forte sono un leader e Vic una dispotica e rompipalle, che ha successo perché è bona)», commenta oggi Damiano. «Da maschio sono privilegiato, le molestie che subisco non sono paragonabili a quelle che vive una donna, i commenti sulla mia estetica sono incentrati solo sulla mia estetica e non vanno a insinuare nulla sulla mia professionalità e la mia competenza, mentre le donne sono vittime di questo tipo di pensiero in maniera sistemica. Ma mi è successo di ritrovarmi dal niente con una che tirandomi a sé per un selfie mi ha iniziato a leccare la faccia… ma che vuoi, me l’hai chiesto? Il consenso esiste, ed è doveroso».

Nell’intervista si parla anche della polemica sull’uso di cocaina all’Eurovision e del rapporto con Miley Cyrus. «Dopo la polemica strumentale sulla cocaina che ci ha montato contro la Francia, poi smentita dal mio test antidroga, in Spagna spuntano murales con me testimonial “No drugs”. Ci hanno fatto ridere certi tweet: “Congratulazioni, Italia! Non sono mai stata così sicura che quattro persone abbiano scopato l’una con l’altra”. Ha iniziato a seguirci Miley Cyrus. “Sei una grande”. “Voi di più”».

E sul tema della fluidità, Victoria dice: «Tacchi per gli uomini che ci si piacciono, baci tra noi, abbiamo una mente aperta, estesa, e ne andiamo orgogliosi. Gli orizzonti si fanno vasti, oltre l’oppressione di famiglie conservatrici. Con l’informazione in Rete si arricchisce la conoscenza e con lei le possibilità che le minoranze saranno sempre meno minoranze, perché le maggioranze saranno sempre meno maggioranze. Così si abbasserà il volume agli insulti e ai bullismi. Se i social arrivano in un paesino di 50 anime a svelare a una che ha paura del buio che qualcuno ha provato quella sua stessa paura, non c’è più la necessità di darle un nome, a questa paura, di marchiarla con etichette che a loro volta limitano, costringono. Su di me le definizioni hanno sempre avuto questo effetto. Nel giudizio di una persona il genere non andrebbe neanche considerato. Figuriamoci l’orientamento».

E ancora la bassista: «A sei anni già non le tolleravo, le distinzioni tra maschile e femminile. Ho sempre avuto idee forti su come volevo essere. Rifiutavo cose tipicamente definite da bambina, e intorno mi prendevano in giro perché andavo sullo skate, giocavo a calcio, non indossavo gonne, mi stavo dando la chance di essere come desideravo. Un po’ l’ho subito, un po’ ci ho sofferto, ma ho avuto coraggio, e oggi grazie a quel coraggio so che potevo rimanerci molto più ferita, o avrei rischiato di lasciare ad altri la decisione più importante: quella su di me».

«Quando per la prima volta ho provato sentimenti e attrazione per una ragazza è stato un po’ disorientante perché non avevo mai avuto il coraggio di andare oltre le limitazioni che avevo imposto a me stessa», spiega Victoria. «Per la società essere eterosessuali è la norma e quindi spesso uno si incasella automaticamente in quel modo privandosi della libertà di vivere molte sfumature e sfaccettature diverse dell’amore. Una volta superata l’insicurezza iniziale di dover mettere in discussione le proprie certezze ho vissuto la mia sessualità in maniera molto naturale e libera, come dovrebbe poter essere per tutti».

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