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Damon Albarn contro il “sequestro” degli smartphone ai concerti di Bob Dylan

«Se coinvolgi la gente, non le viene voglia di mettersi a guardare il telefono»

Foto: Damien Meyer/Getty (1), Chris Pizzello/AP (2)

Bob Dylan tornerà in Europa e nel Regno Unito (non in Italia) in autunno ed esattamente come è successo quando è passato per il nostro Paese un anno fa, il suo sarà un concerto phone free. Significa che i telefoni dovranno non solo essere spenti, ma inseriti in una custodia sigillata che resterà sì nelle mani dello spettatore, ma che potrà essere sbloccata in caso di necessità solo dagli addetti in un’area dedicata o alla fine del concerto.

È una pratica, usata anche da Bono degli U2 a Napoli, che non convince Damon Albarn. In un’intervista a BBC Breakfast il cantante dei Blur ha detto che «non si sa dove si va a finire se si inizia a proibire le cose. Molto semplicemente, penso che si debba salire sul palco e fare il proprio lavoro. Se coinvolgi la gente, non le vien voglia di mettersi a guardare il telefono».

«Avendo sperimentato questa modalità senza telefono durante i tour recenti, crediamo che crei un’esperienza migliore per tutti i presenti», si leggeva invece nella pagina di acquisto dei biglietti di Dylan. «I nostri occhi si aprono un po’ di più e i nostri sensi sono leggermente più acuti quando perdiamo la stampella tecnologica a cui ci siamo abituati».

Dylan e Bono non sono certo gli unici artisti che hanno utilizzato il sistema di Yondr per assicurarsi di non vedere in platea un mare di telefoni alzati. Uno dei primi a farlo è stato Jack White. Altri, come ad esempio i King Crimson, hanno scelto in passato di esporre grandi cartelli in cui si spiega che è vietato l’uso degli smartphone.

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