Il primo pensiero di Dave Gahan dei Depeche Mode dopo aver saputo della morte di Andy Fletcher è stato questo: «Avrei dovuto essere più gentile con lui. Ci sono cose che vorrei tanto avergli detto. Tipo: ehi, so che non suoni niente, ma chi se ne frega, sono felice che tu ci sia. Non so che cazzo tu faccia, ma è qualcosa. E magari è molto, molto importante».
Lo racconta Gahan in una nuova intervista rilasciata al mensile inglese Mojo in cui lui e Martin Gore raccontano tra le altre cose alcune storie relative al rapporto col compagno nella band morto a maggio a 60 anni d’età. Per Gore era «l’uomo del popolo» che li aiutava a capire le persone meglio di quanto facessero lui e Gahan. Per quest’ultimo era «il capitano della nave».
Tra gli aneddoti contenuti nell’intervista ce n’è uno risalente alle session di Spirit, che è ad oggi l’ultimo album in studio dei Depeche Mode. Le tensioni fra Gahan e Gore erano talmente acute da spingere il produttore James Ford a volere in studio solo i due, affinché si confrontassero una volta per tutte. «E a Fletch» spiega il cantante «la cosa non andava. È stato letteralmente spinto fuori dallo studio dal nostro manager, e intanto urlava e scalciava: “Sono anch’io uno della band! Perché sono escluso dalla conversazione?”».
«Credo che la presenza di Fletch abbia spinto Martin e me a… forse non è la parola giusta, ma direi a competere». Con la morte di Fletcher, aggiunge il cantante, Martin ha perso il suo principale sostenitore, la persona che lo difendeva. In caso di litigio, «Fletch si metteva lì come me e mi diceva: vedi, io e Martin abbiamo parlato e…». Paradossalmente, la scomparsa di Fletcher ha spinto i due a comunicare di più e, per la prima volta in 40 anni, «a diventare amici». Sì, dopo 40 anni: «So che suona strano».
I Depeche Mode pubblicheranno il nuovo album Memento Mori il 24 marzo. Vi ha partecipato Richard Butler degli Psychedelic Furs. In un primo tempo Gahan non era convinto di volere rimettere in moto il meccanismo perché «è come quando parte una grande operazione militare, col tour e tutto il resto. Fai parte di una specie di cerimonia religiosa. Non sapevo se volevo riportare in vita un tale mostro»
Nell’album c’è un pezzo scritto da Gore con Gahan, Wagging Tongue, nato dopo la morte di Mark Lanegan, che il cantante dei Depeche aveva conosciuto tramite Rich Machin dei Soulsavers. «Era un grande storyteller. Gli bastava la voce. A volte non serviva nemmeno seguire il testo. Bastava il timbro per capire le emozioni che stava esprimendo».