Se n’è andato Duane Eddy, uno dei primi guitar heroes della storia nonché idolo di George Harrison, Jeff Beck, John Fogerty, Dan Auerbach e molti altri. È morto martedì 30 aprile nella sua casa di Franklin, Tennessee. Aveva 86 anni.
È sua Rebel Rouser del 1958. Non sarà la prima hit strumentale in assoluto della storia, ma ha spiazzato tutti annunciando pochi anni dopo l’avvento del rock’n’roll che quel nuovo stile stava influenzando anche la musica non vocale. Il cosiddetto suono twangy della chitarra di Eddy, carico di eco e vibrato, sembrava la versione spaziale del tema di una serie televisiva western. È uno stile che il musicista ha replicato nei singoli successivi tra cui Forty Miles of Bad Road.
Nato nello Stato di New York, Eddy è cresciuto in Arizona, dove si era trasferita la famiglia. Negli studi di una radio locale ha incontrato Lee Hazelwood col quale ha inciso Rebel Rouser e il suo mix di sax e chitarra twangy.
Il pezzo è entrato nella top 10 americana e Eddy ha cominciato a sfruttare quel sound distintivo prodotto con la sua Gretsch rossa, mettendo la parola twang (che in inglese indica un suono metallico vibrante, ndr) nei titoli di molti album.
Quel suo stile, che il musicista ha detto essere stato ispirato dal deserto dell’Arizona e che è una specie di musica surf senza il surf, ha finito per caratterizzarlo. Il contributo di Eddy al rock strumentale va però oltre. Ha registrato ad esempio un disco di cover di Bob Dylan e Songs of Our Heritage incentrato sul bluegrass acustico (conteneva tra le altre cose una versione di In the Pines, nota anche come Where Did You Sleep Last Night?, vedi ad esempio l’Unplugged dei Nirvana).
Quando alla fine degli anni ’60 ha avuto un calo di popolarità, si è dedicato alla produzione, collaborando tra gli altri con Waylon Jennings. È stato tra l’altro sposato dal ’60 al ’68 con la cantante country Jessi Colter, prima che questa sposasse proprio Jennings nel ’69.
Ha vissuto un certo revival nel 1986, quando gli Art of Noise l’hanno chiamato per mettere a punto un remake del tema del telefilm anni ’60 Peter Gunn. Riscoperto e nuovamente apprezzato, ha inciso un nuovo album dove appaiono George Harrison, John Fogerty, Paul McCartney, Jeff Lynne, Ry Cooder, David Lindley. Fa parte della Rock and Roll Hall of Fame dal 1994.
Il suo ultimo disco è Road Trip del 2011, prodotto da Richard Hawley. Ha collaborato con Dan Auerbach nell’album solista del musicista dei Black Keys Waiting on a Song. «È stato fantastico lavorare con lui», disse all’epoca. «Forse non ho mai visto un autore tanto prolifico e un artista che lavora tanto duramente. Ma la cosa migliore è che siamo diventati ottimi amici».
Da Rolling Stone US.