È morto Les Binks, batterista dei Judas Priest a fine anni ’70 | Rolling Stone Italia
RIP

È morto Les Binks, batterista dei Judas Priest a fine anni ’70

Aveva 73 anni. Ha suonato tra gli altri anche con Eric Burdon, Roger Glover ed Eugenio Finardi

È morto Les Binks, batterista dei Judas Priest a fine anni ’70

I Judas Priest nel 1980

Foto: Paul Natkin/WireImage

È morto Les Binks, batterista dei Judas Priest a fine anni ’70. Aveva 73 anni. È mancato lo scorso 15 marzo, ma se ne è avuta notizia solo poche ore fa grazie a un post della band. Non è ancora nota la causa del decesso.

«Siamo profondamente addolorati per la scomparsa di Les, siamo vicini alla sua famiglia, ai suoi amici, ai suoi fan. Il contributo che ha dato al gruppo è stato di prima classe, ha dimostrato di avere doti tecniche uniche, estro, stile e precisione. Grazie Les, la tua fama vivrà per sempre».

Nato in Irlanda del Nord, trasferitosi a Londra a inizio anni ’70, prima di entrare a par parte dei Judas Priest aveva già una solida carriera di batterista, con collaborazioni con i Fancy (è lui a suonare nella versione di Wild Thing campionata dai Beastie Boys in 3-Minuite Rule, da Paul’s Boutique), Eric Burdon, War, Roger Glover dei Deep Purple. Grazie a quest’ultimo è entrato nei Judas Priest per il tour mondiale del 1977, al posto di Simon Phillips. Con la band ha inciso due dischi importanti, Stained Class e Killing Machine (noto negli Stati Uniti col titolo meno minaccioso di Hell Bent For Leather), entrambi del 1978.

Insoddisfatto dal trattamento da session man e non da membro effettivo, col manager del gruppo Mike Dolan che voleva negarli ogni royalties per il disco live del 1979 Unleashed in the East, Binks ha lasciato il gruppo per poi spionare con vari gruppi e artisti, tra cui Axis Point, Lionheart, Tytan, Raw Glory. In Italia, lo si trova in Finardi e Secret Streets, dischi del 1981 e 1982 di Eugenio Finardi.

Non ha mai dimenticato gli anni coi Judas Priest ed è andato in tour col progetto di cover Les Binks’ Priesthood. Nel 2022 è riapparso sul palco con la band in occasione dell’ingresso nella Rock and Roll Hall of Fame.

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