È morto Mike Ratledge, «la spina dorsale dei Soft Machine» | Rolling Stone Italia
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È morto Mike Ratledge, «la spina dorsale dei Soft Machine»

Il tastierista e fondatore della band è scomparso a 81 anni dopo una breve malattia. Ha imposto uno stile, segnato la scena di Canterbury, dimostrato che si può fare rock senza mettere le chitarre al centro

È morto Mike Ratledge, «la spina dorsale dei Soft Machine»

I Soft Machine nel 1967. Da sinistra, Kevin Ayers, Robert Wyatt, Mike Ratledge, Daevid Allen

Foto: BIPS/Getty Images

È morto ieri dopo una breve malattia Mike Ratledge, tastierista e fondatore dei Soft Machine. Aveva 81 anni.

«È stato nei primi anni della band la spina dorsale dei Soft Machine», scrive il chitarrista del gruppo John Etheridge nel dare notizia della morte. «Era un uomo di grande intelligenza, un autore e tastierista favoloso, nonché un grande amico».

Ratledge ha fatto parte dei Soft Machine dal debutto fino a Softs del 1976, quando ormai della formazione originale non era rimasto alcun membro. Inglese di Maidstone, nel Kent, classe 1943, aveva una formazione classica. Era quella del resto la sola musica che il padre permetteva di ascoltare in casa. A Canterbury ha conosciuto Robert Wyatt e Hugh Hopper, futuri membri chiave con lui dei Soft Machine. Prima di arrivarci, Ratledge ha suonato con Daevid Allen e con i Wilde Flowers, da cui usciranno anche i musicisti dei Caravan.

Nati nel 1966, i Soft Machine debuttano su album nel 1968 assicurandosi subito con la loro inclinazione al jazz e alla sperimentazione un posto di rilievo non solo nella scena progressive/psichedelica di Canterbury, ma in quella inglese, andando in tour con Andy Summers, futuro chitarrista dei Police, e stringendo amicizia e dividendo i palchi con Jimi Hendrix e Pink Floyd. Ratledge ha partecipato tra le altre cose all’incisione di Madcap Laughs di Syd Barrett.

Soft Machine - Teeth / Pigling Bland / Esther's Nose Job - Live 1971

In una line-up che nei primi anni non contemplava lo strumento-feticcio del rock, la chitarra, Ratledge e gli altri Soft Machine hanno contribuito a dimostrare che si poteva fare quella musica, e alla grande, anche senza la sei corde.

Il suono delle sue tastiere, e volendo anche il suo look con baffoni e occhiali scuri, ha caratterizzato i primi anni del gruppo e della scena, quando usava un Lowrey dal suono distorto e fuzzy al posto dell’Hammond, che stava diventando l’organo più popolare tra i rocker. Hammond che anche Ratledge ha usato, col piano elettrico.

Dopo aver lasciato la band, dalla line-up sempre cangiante, Ratledge allaccia varie collaborazioni, anche con Mike Oldfield, e si dedica alla composizione di colonne sonore per il cinema, occupandosi anche di musiche per il teatro e la pubblicità e mantenendo un profilo basso.

Era amatissimo anche in Italia. In questo video della Rai lo vediamo nel 1974 alle prese, coi Soft Machine, con un’esecuzione di Hazard Profile Pt. 1. A questo link i 10 dischi fondamentali della scena di Canterbury tra cui Third dei Soft Machine.

Soft Machine live on RAI 1974

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