È morto Toumani Diabaté, un gigante della musica (non solo) del Mali | Rolling Stone Italia
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È morto Toumani Diabaté, un gigante della musica (non solo) del Mali

Aveva 58 anni ed era uno dei massimi suonatori di kora. Tra le tante collaborazioni, quelle con Damon Albarn, Ali Farka Touré, Taj Mahal, Björk

È morto Toumani Diabaté, un gigante della musica (non solo) del Mali

Toumani Diabaté

Foto: Samir Hussein/Getty Images

È morto ieri Toumani Diabaté. Aveva 58 anni. Secondo il Journal du Mali, era ricoverato da qualche giorno alla clinica Golden Life di Bamako.

La notizia arriva via social dal figlio e a sua volta musicista Sidiki Diabaté. «È Dio che dà la vita e che la toglie ed è a Lui che torniamo. Il mio confidente, il mio pilastro, la mia guida, il mio migliore amico, il mio caro papà se n’è andato per sempre», ha scritto su Facebook.

Nato a Bamako, nel Mali, discendente da una famiglia di musicisti da 71 generazioni, era considerato uno dei massimi suonatori di kora. Si tratta di uno strumento tradizionale, una sorta di arpa-liuto a 21 corde la cui cassa di risonanza è ricavata da una zucca svuotata e coperta di pelle di animale. La si suona da seduti, tenendola in verticale.

Oltre ad essere un grande musicista, è diventato col tempo uno degli ambasciatori per così dire della cultura del Mali nel mondo, usando la musica non per progetti di crossover pacchiani, ma per creare un ponte con l’Occidente dove ha cominciato a farsi notare nella seconda metà degli anni ’80 con gli album Kaira e con Songhai.

Ali Farka Touré & Toumani Diabaté - Debe live at Bozar

«In Mali non abbiamo diamanti o petrolio», ha detto una volta N’Diaye Ramatoulaye Diallo, ministra della Cultura e del Turismo nel paese africano negli anni ’10, «ma abbiamo la musica». È un’idea che Diabaté ha espresso con talento e passione e che in Europa s’è fatta strada anche grazie alla attività dell’etichetta londinese World Circuit.

Tra i suoi dischi si segnalano Boulevard de l’Indépendance del 2005 e la collabrazione con un altro grande suonatore di kora, Ballaké Sissoko. Il titolo del loro lavoro assieme è New Ancient Strings, un riferimento all’album che i loro padri avevano fatto assieme negli anni ’70, Cordes Anciennes. Tra le altre collaborazioni, si ricordano quelle con Taj Mahal, col jazzista Roswell Rudd, con Björk (è presente nell’album Volta), col virtuoso americano di banjo Béla Fleck.

Uno dei suoi dischi più celebri è In the Heart of the Moon pubblicato nel 2005 in coppia con un altro gigante della musica dell’Africa occidentale, Ali Farka Touré. I due faranno il bis nel 2010 con Ali et Toumani, premiato come il precedente con un Grammy. I suo ultimi album sono The Sky Is the Same Colour Everywhere con l’iraniano Kayhan Kalhor e Kôrôlén con la London Symphony Orchestra, «un sogno che si è avverato».

È tra le altre cose uno dei musicisti coinvolti da Damon Albarn nel progetto Mali Music. «Era la prima volta che andavo in Africa», ha ricordato il cantante dei Blur. «La sera era che sono arrivato, sono andato a trovare subito Toumani Diabaté. È stato un battesimo del fuoco».

Damon Albarn Discussing Toumani Diabaté