Scrivere di un concerto, di persone che si divertono, cantano e ballano è davvero difficile in un momento come questo. Venerdì sera, mentre a Parigi la malvagità dell’uomo si sfogava (anche) su un gruppo di persone che stavano ascoltando musica, io ero a Torino, alla prima data del tour europeo di Tiziano Ferro. Nessuno, durante il concerto, poteva immaginare quello che stava succedendo nella capitale francese.
La musica ci suggestiona, ci incanta, ci fa riflettere: la musica è vita. Ed è anche nella musica che ci rifugiamo quando, come in questi giorni, non abbiamo molte risposte.
Non parlare di come è andata venerdì sarebbe sbagliato. Perché vorrebbe dire annullare quella vita di cui parlavamo qualche riga sopra.
È stata una vera e propria celebrazione, quella di un ex-ragazzone di Latina che festeggia 14 anni di carriera: «Questa vuole essere la chiusura di un anno bellissimo. Dopo ci sarà altro, ho già più di 20 canzoni pronte, ma prima volevo portare questo show in più posti possibili». Lo spettacolo infatti è la versione nei palazzetti del tour negli stadi di questa estate, «la versione 2.0» ci tiene a precisare Tiziano, che ha intenzione di stare in Italia per più tempo possibile, dopo anni all’estero: «Ti rendi conto a un certo punto che ti stai perdendo il compleanno di tua madre, la laurea di tuo fratello. All’inizio pensavo di non potermi mai fermare, ora ho capito».
E il pubblico sembra apprezzare, visto che le date nel nostro paese sono tutte sold-out con più di 170.000 biglietti venduti.
Sono le 21.05 quando in una nuvola di fumo bianchissimo Tiziano si presenta sul palco del palazzetto in smoking per cantare Xdono, la hit che l’ha fatto conoscere al pubblico, correva l’anno 2001.
Da lì parte un successo dopo l’altro, di quelli che conosci anche se non vuoi. Tante, tutte in fila e con pochissime pause. Solo una, a metà concerto, per ringraziare Torino e le migliaia di fan presenti.
Tiziano è in forma, dopo gli stadi non ha paura di far vedere quello che sa fare in uno spettacolo interessante anche dal punto di vista visivo. Light design curatissimo, cambi d’abito (dallo smoking a un doppio petto rosso cangiante passando per outfit più urban per cantare l’Olimpiade e l’ultimo singolo Il vento) e coreografie (ecco, forse Tiziano non è proprio portato per il dancefloor come il collega Justin Timberlake).
Due ore e trenta che non annoiano nemmeno i non fedelissimi e che dimostrano che Tiziano è una delle poche vere popstar italiane. Ne ho conferma quando a un certo punto mi giro, osservo i miei colleghi giornalisti e li vedo cantare a squarciagola. Anche quelli che magari avrebbero preferito essere a vedere i Foo Fighters e sono invece finiti qui, ad ascoltare le Sere Nere di Tiziano.
– Il 20 novembre esce la riedizione del Best Of, con aggiunta di CD e DVD live. Qui sotto la cover. Tutte le date del tour invece le trovate qui –