Durante il weekend appena trascorso, Joe Corrè – figlio delle icone del punk Malcolm McLaren e Vivienne Westwood – ha messo in piedi il Burn Punk London, un evento in cui ha bruciato in segno di protesta la sua intera collezione di cimeli punk.
La prima reliquia a essere data alla fiamme è stata la sua copia in vinile di Anarchy In The U.K. dei Sex Pistols, bruciato soltanto qualche giorno prima del 40esimo anniversario della sua pubblicazione.
In quel giorno, invece, è stato appiccato il fuoco ad altri oggetti originali della scena punk fra cui un paio di pantaloni appartenuti a Johnny Rotten, registrazioni di concerti e altre memorabilia per un valore totale di 5 milioni di sterline, stando a quanto riporta il New York Times.
Il falò è nato come protesta contro l’imminente esibizione Punk London, sponsorizzata da enti statali come il British Film Institute, la British Library e il Museum of London.
Già in marzo Corré aveva detto: «La regina che dichiara il 2016 l’anno del punk con la sua benedizione ufficiale è la cosa più spaventosa che abbia mai sentito – ha aggiunto – Parliamo di come la cultura alternativa e punk siano stati acquistati dal mainstream. Piuttosto che un movimento per il cambiamento, il punk è diventato come un cazzo di pezzo da museo».