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È ufficiale, i Refused si scioglieranno dopo il tour 2025

«Siamo morti e questa volta è per davvero». L’infarto di Dennis Lyxzén, i tentativi di tenere in piedi la band raccontati da David Sandström, la riedizione per il 25ennale di ‘The Shape of Punk to Come’

Foto: David Wolf - Patrick/Getty Images via Rolling Stone US

Refused Are F**king Dead and This Time They Really Mean It”, i Refused sono morti e questa volta è per davvero. Con l’annuncio di un tour nordamericano così titolato, la band svedese ha confermato lo scioglimento e ha annunciato contestualmente la pubblicazione di un’edizione per il 25ennale del suo disco più celebre, The Shape of Punk to Come del 1998. A marzo il gruppo aveva annunciato la partecipazione al festival Rosendal Garden Party come la loro ultima esibizione in Svezia.

«Avremmo dovuto farlo a giugno», si legge sul loro Instagram in un messaggio firmato dal batterista David Sandström. «Avremmo dovuto fare il nostro piccolo tour d’addio partendo dal Rosendal Garden Party a Stoccolma e poi qualche altro concerto prima di chiudere i battenti a fine anno. Le prove erano state favolose, l’atmosfera era fantastica, due giorni prima del festival abbiamo fatto uno show di riscaldamento al Kulturhuset Femman di Uppsala. Niente foto, né video, solo un concerto di fronte a una sessantina di gente del posto. Usciamo, mi faccio qualche birra, io e Dennis (Lyxzén, il cantante, ndr), che è ancora vegano e sostanzialmente straight edge, ci raccontiamo storielle sui gruppi che ci piacciono. Una bella serata. La mattina dopo mi chiama la moglie di Dennis e nel giro di un paio d’ore arriva la conferma: ha avuto un infarto in albergo».

Sandström ricorda il primo concerto nel febbraio 1992 a Luleå quando hanno suonato di fronte a una cinquantina di persone. «Eravamo adolescenti, non avevano mai fatto un vero viaggio. Quando nel 1998 ci siamo sciolti avevamo fatto più di 500 concerti tra Europa e Stati Uniti. Dire che la band ci ha cambiato la vita sarebbe un colossale eufemismo, così come dire che ci siamo conosciuti bene in quei sette anni. Una band che va in tour diventa una famiglia, soprattutto quando gira in furgone, orientandosi con le mappe in cerca di uno squat ad Halberstadt dove doveva salire sul palco un’ora prima. I rapporti familiari possono diventare complicati e così è andata anche a noi».

Dopo lo scioglimento «improvviso e caotico», scrive il batterista, la band ci ha riprovato nel 2012. Il finale non è stato bello e «volevamo ricominciare, per vedere cosa c’era ancora, se c’era qualcosa». Sono stati fatti quindi vari tentativi tra il 2012 e il 2024. «Ognuno di noi s’è fatto un’idea diversa di com’è andata e di che cosa lascia la band riformata. Se devo dire la mia, non siamo riusciti a metterci d’accordo sulla musica che volevamo fare e ci stavamo ancora lavorando su quand’è arrivata la pandemia. A quel punto Kristofer (Steen, il bassista, ndr) ne aveva abbastanza, ha mollato nell’agosto del 2020 ed è stato il colpo di grazia, anche se si è fatto sentire in ritardo».

Per regalarsi un finale migliore e più divertente, all’inizio del 2024 la band ha preparato un ultimo tour. «Ci siamo divertiti, abbiamo suonato pezzi che non facevano dagli anni ’90 e persino una cover dei Misfits. Poi il disastro. Il giorno dopo che è stato ricoverato sono andato a trovare Dennis in ospedale. Non era contento del camice che era costretto a indossare. Giuro che la prima cosa che mi ha detto, attaccato alle macchine, non rasato e coi capelli arruffati è stata, è stata indicando il camice: “Questa roba non è il massimo”. Immagino che in ospedale non ti permettano d’indossare tute o t-shirt dei Negative Approach».

Sandström chiude il messaggio con una buona notizia. «Dennis sta benissimo. È una delle persone più sane che conosca, lo hanno curato alla grande e gli esami dicono che si sta riprendendo del tutto. Inutile dire che non vede l’ora di tornare in tour. Ha persino detto di non spostare le primissime date previste a fine autunno e in inverno, ma abbiamo comunque deciso di posticiparle e di ricominciare in primavera».

Il primo concerto nordamericano è fissato per il 21 marzo 2025 a Brooklyn, l’ultimo messo per ora in calendario sarà a Sacramento il 10 aprile. Dopo le date negli Stati Uniti «vedremo cosa fare nel resto dell’anno. Sappiamo solo che per l’inverno vogliamo essere a casa, in Svezia. Fateci sapere se ci sono canzoni che volete che suoniamo e faremo un tentativo. Spero di vedervi là fuori».

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