Aspettative altissime: delusione dietro l’angolo. Gli Eagles Of Death Metal sono il classico esempio di una band che non riesce a dimostrarsi all’altezza dell’aura che la circonda. Il quartetto, attivo dal 1998, è di uno dei progetti musicali di Josh Homme – cantante e chitarrista dei Queens Of The Stone Age – il quale è solito presentarsi in veste di batterista in una manciata di date a sua scelta.
Il 22 giugno scorso al Botanique di Bologna, ad esempio, l’intera platea era convinta di poter ammirare le sue mani tatuate inforcare le bacchette, ma l’esaltazione si è spenta quando sullo sgabello si è accomodato un emerito sconosciuto. E pensare che soltanto il mercoledì prima Josh era sul palco del Koko di Londra insieme a Jesse Hughes e soci (foto), con addosso gli occhi di Iggy Pop, Miles Kane, Alex Turner degli Arctic Monkeys e Duff McKegan dei Guns’n’Roses.
In scaletta tutti i singoli estratti dai quattro album: da So Easy a Wannabe in LA, passando per Cherry Cola (forse il brano meglio riuscito nella versione live) e Only Want You, conservata per il bis insieme a Speaking In Tongues. Dopo una lunga premessa su quanto sia bella e divertente la città di Bologna, su quanto sia buono il vino e su quanto sia strepitoso il pubblico locale, gli Eagles Of Death Metal hanno proposto il primo singolo, Complexity, estratto dal nuovo album Zipper List, in uscita ad ottobre.
Nell’ora e mezza di concerto c’è stato poi spazio anche per un paio di cover: prima Stuck In The Middle With You degli Stealers Wheel e poi Brown Sugar dei Rolling Stones. Nel complesso un concerto sottotono, sicuramente compromesso dall’assenza di Homme, ma anche dalle continue interruzioni per complimentarsi con il pubblico e da una discreta insicurezza nell’esecuzione dei nuovi brani.