«È importante capire quando dire basta e passare a qualcos’altro», così Elio durante l’ultima puntata delle Iene, dove la band ha annunciato l’uscita di scena. La notizia di uno scioglimento era nell’aria da anni, soprattutto dopo l’abbandono di Rocco Tanica – «Io vado a letto alle nove e mezza» – e il tour celebrativo in Europa, ma ora è tutto confermato. Elio e le Storie Tese smettono. «Dopo scadremo come la mozzarella, anche se sarà possibile consumarci ancora alcuni giorni dopo», scherza la band. «Ci vuole l’intelligenza di capire di essere fuori dal tempo; youtuber, rapper, influencer, queste sono le persone che parlano ai giovani oggi».
Quella della band milanese è stata una carriera pazzesca, dagli esordi dei primi anni ’80 – «Suonavamo alle Scimmie, al Magia, al Tangram, al Riverside. Quando siamo andati al circolo Fratellanza e pace di Legnano è stato come andare all’estero» – fino al trionfo “censurato” della Terra dei Cachi al Festival di Sanremo del 1996. Tutti gli album pubblicati sono diventati disco d’oro, e il loro Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu, titolo dell’esordio e traduzione in cingalese di “Sborriamo e scorreggiamo con Elio in allegria!”, è un piccolo capolavoro zappiano, uno dei dischi migliori di tutti gli anni ’90.
Il momento più difficile è stato sicuramente la scomparsa di Feiez, «che è morto sul palco insieme a noi: una cosa terribile ma allo stesso tempo fantastica, perché muori mentre fai la cosa che ti piace più al mondo». Con il tempo, tra album incredibili e qualche passo falso, sono diventati un’istituzione della musica italiana, spesso protagonisti di quella Tv che all’inizio li schifava e poi ha preso a venerarli, forse senza mai capirli davvero.
«Ci teniamo a salutare il nostro pubblico con una cerimonia di un certo livello. Inoltre vogliamo lasciare un bel ricordo, di persone ancora giovani e scattanti», dice la band nel comunicato ufficiale. Venerdì uscirà Licantropo Vegano, l’ultimo singolo. Il 19 dicembre, invece, saliranno di nuovo sul palco della loro Milano, dove faranno scandalizzare i matusa per l’ultima volta, magari con un bel ritmo in 13/8.