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Elio: «La musica di oggi non è peggiore di quella di prima, la musica di oggi non esiste»

In quanto al rap, «non è musica, ma nel 90% dei casi un assemblaggio di roba preesistente fatto da gente che non sa suonare. Ma non è tutto così, sul palco con me ci sono dei ventenni che suonano come dei draghi»

Foto: Laila Pozzo

La musica di oggi? Non esiste. Il rap? Non è musica, ma nel 90% dei casi un assemblaggio di roba preesistente fatta da gente che non sa suonare. Sanremo? Un’umiliazione ascoltare la canzone vincitrice cantata con l’AutoTune.

Lo dice Elio in un’intervista rilasciata al Giorno in occasione dello spettacolo Quando un musicista ride dedicato alla canzone scanzonata ovvero al repertorio «seriamente comico» che va in scena oggi e domani agli Arcimboldi di Milano (il 4 e 5 luglio si terrà invece a Bassano Del Grappa il classico Concertozzo di Elio e le Storie Tese).

«Non è che faccio come mio nonno quando parlava della musica dei suoi tempi?», si chiede Elio parlando del confronto fra la musica di ieri e di oggi. «Però, se faccio un controllo di qualità, chiamiamolo così, mi rendo conto che tra ieri e oggi non c’è paragone. Visto che il rock di oggi o sì rifà al rock degli anni ’70 o è proprio quello, la domanda che sorge spontanea è: cos’è stato inventato? Nulla. La musica di oggi non è peggiore di quella di prima, la musica di oggi non esiste».

In quanto al rap, «non per fare ancora il nonno, ma quella non è musica. Piuttosto un assemblaggio, nel 90% dei casi, di roba preesistente fatta da gente che non sa suonare. Di recente un produttore molto affermato alla domanda “cosa suoni” m’ha risposto “mi vergogno un po’ ad ammetterlo, ma non suono niente”. Questo è lo stato dell’arte. Ora mi lascio andare completamente e dico che la mia umiliazione massima è stata ascoltare la canzone vincitrice di Sanremo cantata con l’AutoTune. Ma di cosa stiamo parlando?».

In questo contesto come si sente, chiede l’intervistatore Andrea Spinelli? «Non mi sento come mio nonno, ma come Verdi, che a 80 anni suonati ha scritto forse la sua opera migliore, Falstaff. Insomma, mi sento un signore della terza età con la forza di spaccare che vorrebbe vedere dei ventenni spaccare invece di andare in giro a cantare con l’AutoTune. Sia chiaro che non è tutto così, visto che sul palco con me ci sono dei ventenni che suonano come dei draghi».

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