Dopo il doppio annuncio, prima social e poi in un nightclub milanese davanti ai giornalisti (ve l’abbiamo raccontato qui), Elodie ha pubblicato Red Light, il clubtape – come lei stessa lo definisce – che rilancia l’artista sotto un’altra dimensione più legata alla notte e alla musica da ballare.
Nato negli ultimi mesi dopo il concerto al Forum («Ho riguardato lo show e ho notato che mancava qualcosa. Mi mancava un po’ di cattiveria, di club, di quel mondo che mi ha cresciuta prima di fare la cantante»), Red Light è un insieme di sette pezzi di stampo house (prodotti da B-Chroma, Simon Says!, Lvnar, Dardust, Marz e Zef) mixati tra loro, ispirati in particolar modo alla Madonna più dancefloor. Un clubtape per «la comunità LGBTQ+ e le donne».
Se il video di A fari spenti aveva fatto molto parlare di sé e (noiosamente) discutere, i visual pensati dai Morelli Brothers per le tracce del clubtape continuano sulla stessa falsariga focalizzando molto sui corpi (e quello di Elodie in particolare) e su un certo erotismo, una certa sensualità che vuole richiamare il mondo notturno del clubbing. C’è la lapdance (un tributo a Kate Moss nel video di I Just Don’t Know What to Do With Myself dei White Stripes), il bacio saffico con la lingua, il voguing. Ma anche corpi che si strusciano provocanti, cubi e pali. C’è Elodie tutta dipinta di rosso a la Doja Cat, Elodie in versione Statua della libertà ed Elodie vs Anna Dello Russo.
Insomma, c’è parecchia carne al fuoco per Elodie, come era stato dichiarato dalla copertina del cluptape disegnata da Milo Manara: «La foto che ha fatto tanto scandalo [il riferimento è a A fari spenti, ndr] il maestro l’ha resa arte».