Non si placano le polemiche sulle frasi dette da DaBaby al festival Rolling Loud che si è tenuto nello scorso fine settimana. Per incitare il pubblico, il rapper ha detto: «Se non siete venuti con l’Hiv, l’Aids o una di quelle malattie a trasmissione sessuale che ti uccidono nel giro di due o tre settimane, alzate le luci del cellulare… Se non state fra quelli che succhiano cazzi nel parcheggio, alzate le luci del cellulare».
Dopo Dua Lipa, che si è detta «sorpresa e inorridita dai commenti di DaBaby» e che non riconosce la persona con cui ha collaborato, è intervenuto anche Elton John. «Siamo scioccati dalla disinformazione sull’Hiv e dalle frasi omofobiche che si sono sentite a un recente concerto di DaBaby», scrive su Twitter. «Non fanno che peggiorare lo stigma e la discriminazione, esattamente l’opposto di quel che abbiamo bisogno per combattere l’epidemia di Aids».
L’uso del plurale deriva dal fato che il messaggio è diffuso anche a nome della Elton John Aids Foundation. Dopo aver ricordato alcuni dati sull’Aids, il musicista inglese aggiunge che «falsità omofobiche e sull’Hiv non hanno posto nella nostra società e nella nostra industria. In quanto musicisti, dobbiamo diffondere compassione e amore per chi è emarginato. Il lavoro di un musicista consiste nell’unire le persone».
(1/5) We’ve been shocked to read about the HIV misinformation and homophobic statements made at a recent DaBaby show. This fuels stigma and discrimination and is the opposite of what our world needs to fight the AIDS epidemic.
The facts are: pic.twitter.com/MqCv3vWiz2
— Elton John (@eltonofficial) July 28, 2021
Sul tema si è espressa anche Glaad, la Gay & Lesbian Alliance Against Defamation dicendo che «la retorica che DaBaby ha usato è sbagliata, offensiva e dannosa per la comunità LGBTQ e per i circa 1,2 milioni di americani che vivono con l’Hiv. È fondamentale che DaBaby e i suoi fan sappiano che le persone che convivono con l’Hiv oggi, qualora seguano una cura efficace, fanno una vita lunga e sana e non possono trasmettere l’Hiv».
DaBaby aveva già risposto alle polemiche nelle storie di Instagram scrivendo che si è trattato solo di uno show e che non se ne può capire il senso «guardando una clip di cinque o sei secondi sul telefono. Indipendentemente da quello che voialtri figli di troia state dicendo e da come internet ha distorto le mie cazzo di parole, io e i miei fan allo show, quelli gay e quelli etero, ci siamo divertiti un mondo».
Ora DaBaby pubblica il video di Giving What Its Supposed to Give ed è particolarmente provocatorio e in sintonia con le polemiche anche se, come scrive il rapper su Instagram, è stato girato il giorno prima della performance a Rolling Loud. «Non smette mai di stupirmi il modo in cui Dio mi mette in situazioni che sono già attrezzato ad affrontare».
Nel video, che DaBaby ha scritto e diretto e che potete vedere qui sotto, il rapper sputa sul cadavere di un poliziotto, minaccia gente con la pistola, fa allegramente sesso, regge un cartello con scritto “Aids”. Nel finale appaiono la scritta «Non combattere l’odio con l’odio» in lettere arcobaleno e le finte scuse del rapper: «Scusate se sono me stesso».
Anche Questlove è intervenuto sulla faccenda su Instragram “cancellando” il nome di DaBaby dalla lista dei musicisti che includerebbe in una versione aggiornata di Summer of Soul, il documentario sull’Harlem Cultural Festival del 1969. «Nei primi anni ’70 Huey Newton ha detto una cosa saggia e cioè che il nostro popolo non dovrebbe MAI scendere tanto in basso (con quello che abbiamo passato) da iniziare a opprimere/terrorizzare il prossimo nel modo in cui noi stessi siamo stati terrorizzati per secoli».
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