Enrico Ruggeri ha scatenato la polemica sui social dopo un suo tweet in cui il cantante ha raccontato un episodio capitatogli mentre era a cena con la figlia. «A cena con mia figlia. Arriva il tipo delle rose, Adidas in tinta con la camicia. Insiste 3/4 minuti e dice che ha fame. Cedo. Pago con 50+20+20+10 centesimi. “Non voglio spiccioli” e se ne va. Gli chiedo scusa, non volevo che qualcuno mi desse del razzista».
A cena con mia figlia.
Arriva il tipo delle rose, Adidas in tinta con la camicia.
Insiste 3/4 minuti e dice che ha fame.
Cedo.
Pago con 50+20+20+10 centesimi.
“Non voglio spiccioli” e se ne va.
Gli chiedo scusa, non volevo che qualcuno mi desse del razzista.— Enrico Ruggeri (@enricoruggeri) 14 luglio 2018
Bastano poche parole, e qualche luogo comune, a scatenare il caos fra gli utenti dopo un tweet che, come ha cercato di chiarire Ruggeri, voleva essere “ironico”. Alcuni gli hanno dato del fascista, altri hanno contestato la scelta dei termini utilizzati da Ruggeri che, a sua volta, non ha mancato di rispondere alle accuse. “Ma perché un venditore ambulante deve per forza essere vestito di stracci? Ma che frase è? Del fascista magari no, ma del tirchio un po’ sì” si legge in un commento cui Ruggeri risponde: “Taccagno non direi. A parte le mie iniziative personali delle quali non parlo; sono a quasi 100 milioni di euro donati con la Nazionale Cantanti. Mi dica cosa fa lei, a parte il soldatino ben istruito”.
“Davvero si sta lamentando perché ha osato rifiutare un suo euro, che voleva dargli dopo minuti per non sembrare razzista (!), e perché l’abbigliamento non corrispondeva alla sua idea di povertà?” – ha commentato un altro utente -. Un pensiero mediocre e idiota, che alimenta odio e stereotipi di cui la rete è satura”. “Bello spot per i razzisti. Complimenti Enrico!” si legge in un altro commento.
Critiche, accuse di fascismo ma non solo. Alcuni hanno postato alcune foto del vino «Sangiovese di Predappio» con etichette che inneggiano al Ventennio, altri gridano allo scandalo raccontando esperienze personali — «io mi son preso un vaffa per aver offerto un panino ad uno che chiedeva soldi per mangiare» — mentre non potevano mancare i complottisti e i cospiratori da tastiera: «Vedi Enrico, non ti è consentito neppure scrivere un Tweet che non sia allineato al pensiero unico».