Enrico Ruggeri: «Sogno un futuro in cui a vedere Tony Effe non ci va nessuno» | Rolling Stone Italia
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Enrico Ruggeri: «Sogno un futuro in cui a vedere Tony Effe non ci va nessuno»

«Non esiste censurare, ma bisognerebbe agire con onestà intellettuale: andrebbe difeso anche Povia». E sui temi trattati dai rapper: «Il problema non è l’argomento, ma la pochezza del linguaggio»

Enrico Ruggeri: «Sogno un futuro in cui a vedere Tony Effe non ci va nessuno»

Enrico Ruggeri

Foto press

«Sogno un futuro in cui a vedere Tony Effe non ci va nessuno». Pochi giorni dopo l’esibizione al Palaeur di Roma, organizzata dal rapper a seguito dell’esclusione dal concerto di capodanno al Circo Massimo voluta dal Comune di Roma per via dei testi, Enrico Ruggeri dice la sua sulla faccenda in un’intervista pubblicata da Repubblica.

«In giro c’è grande povertà intellettuale, lessicale», dice il cantautore. «Vedo però che per certa musica c’è una richiesta enorme. Non esiste censurare, ma bisognerebbe agire con onestà intellettuale: andrebbe difeso anche Povia. Poi c’è la sprovvedutezza degli organizzatori: prima chiami un artista e poi lo mandi a casa. Ovvio che venga fuori un casino».

Parlando dei temi affrontati dai rapper, il cantautore dice che «il grande equivoco sta nel fatto che il problema non è l’argomento trattato, ma come viene raccontato. Sul problema dell’ostilità sociale Dostoevskij ha scritto Delitto e castigo. Oggi discutiamo dei crimini delle baby gang, ma Oliver Twist parlava di quello. Il vero nodo è la pochezza del linguaggio. Lou Reed ha frugato nei lati più oscuri dell’animo umano, ma ha scritto capolavori». E sul sistema-musica: «Dovremmo smetterla di pensare per numeri: una parte di giovani ascolta miserie lessicali totali, altri vanno anche ai nostri concerti. Magari sono di meno, ma esistono».

Ruggeri è tornato in tv con Gli occhi del musicista, fino al 4 febbraio in seconda serata su Rai 2 (la prossima puntata andata in onda martedì 7 gennaio). Il 10 gennaio pubblicherà il singolo Il poeta dedicato, tra gli altri, a Pier Paolo Pasolini, «emblema di chi non ha paura di manifestare il proprio pensiero, anche se sa che i suoi seguaci resteranno delusi. Pasolini è un po’ come Gaber: gli attacchi più forti alla sinistra sono arrivati da sinistra».

Il poeta è il primo estratto dal nuovo album di inediti La caverna di Platone in uscita il 17 gennaio (a questo link gli album che saranno pubblicati nel corso del mese). Il mito della caverna, dice Ruggeri a Repubblica, «può essere una metafora del presente: Platone immaginava gente che viveva in una caverna e si convinceva che quella era la realtà. Una volta usciti, preferivano rientrare perché quello che trovavano fuori non gli piaceva».

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