Avete mai giocato a caccia al tesoro da bambini? Ebbene, ce ne sono diversi tipi e ieri sera, in una Torino cupa e piovigginosa che Glasgow può anche andare a nascondersi, il rapper Ensi ne ha organizzata una per i suoi fan, per la prima edizione di Red Bull Followers. Una vera e propria “caccia al rapper” che si è dipanata per i locali della città.
RollingStone l’ha seguito, in esclusiva per voi: un mini tour in tre tappe, in cui il rapper ha chiamato a raccolta i suoi fan attraverso social network e passaparola. Grazie ad alcuni indizi condivisi sui social, Ensi ha svelato ai suoi followers le indicazioni per scovarlo e seguirlo nei locali di Torino. La prima tappa è stata a Le Lavanderie Ramone, caratteristico locale nel cuore di San Salvario, per una gara di freestyle con DJ Double S, Shade e Fred De Palma.
I primi cento fan arrivati si fiondano sotto il palco, l’età media si aggira intorno ai vent’anni (ah, la solita agghiacciante sensazione di quando si è il più vecchio nel locale!) e sono praticamente tutti maschi. Poche le eccezioni femminili, come Chiara, diciannovenne minuta ma per nulla impaurita dalla calca, che mi spiega che: «Le ragazze non ascoltano Ensi perché non lo conoscono, ma lui fa vera musica. Le altre ascoltano quelli stile Fedez, ma solo per l’aspetto fisico, non ascoltano veramente le canzoni!».
Intanto è cominciata la gara di freestyle, con i tre artisti che si alternano al microfono, rappando l’uno contro l’altro (ma non c’è alcuna ruggine tra di loro, è evidente che si vogliono bene). Ad un certo punto improvvisano con oggetti a caso portati dal pubblico, che vengono passati sul palco. Dalle tasche degli spettatori esce di tutto: auricolari, paracetamolo, un foglio rosa, tutto prontamente trasformato in rime. Il pubblico rumoreggia e ride a ogni battuta che i tre si scambiano, da «il mio video ha fatto più click della figa della Pausini» a «Laura non c’è, mi aspetta nuda nel mio letto» per concludere con gli apprezzamenti di prammatica: «la tua tipa ha talmente cellulite che ci fai motocross».
Non deve essere facile mantenere ritmo, fiato e inventiva, per tutta la durata della performance. Ensi ci dirà poi che: «Sono stanco, ma sono felice. Avevo un po’ di paura prima di salire sul palco, quella fifa, come diceva Mickey l’allenatore di Rambo, che ti deve bruciare dentro ma non fuori. Una fifa positiva, che ho sempre prima di salire su un palco». La seconda tappa si sposta al CAP 10100, dove Ensi fa un live con ospiti speciali quali Salmo, Noyz Narcos, gli Onemic, Samuel e Zuli.
Di nuovo il pubblico è molto giovane e variegato, come Giulio, che arriva dalla periferia e mi racconta che: «Ensi è il numero uno, nessuno è come lui» o le due fanciulle brasiliane, ridanciane e che, pur non capendo l’italiano, mi dicono: «Abbiamo visto su Twitter che la Red Bull faceva un evento, non potevamo mancare». Ensi, palesemente un animale da palco, incoraggia i suoi fan a fare più casino possibile, sia che stia duettando con un inedito Samuel dei Subsonica con Oro e argento o faccia partire la sua hit Terrone, per il tripudio dei presenti.
Il rapper incita il pubblico a seguirlo con entusiasmo, perché non siamo «in una balera della Val di Susa». È tempo di cambiare locale per l’ultima tappa e dirigersi verso il parco del Valentino. Siamo alla fine, come ogni caccia al tesoro che si rispetti arrivano anche i premi: i primi dieci che hanno fatto “check-in” in tutte le tappe hanno vinto Rock Steady, l’ultimo album di Ensi, ai primi cento una chiavetta usb con l’audio del freestyle, registrato durante la prima tappa. Nel locale Ensi si alterna al microfono con Zuli & Mckwality, con in consolle DJ Mad Kid, Mace, i Dope Boys e The Night Skinny.
Ensi non sembra minimamente provato dall’ora tarda e riusciamo a strapparlo un attimo dalla console per fare un sunto della serata. «Cerco di fare della musica il mio lavoro e la mia bandiera e cerco di farmi carico di certi codici che rendono l’hip hop la cultura fantastica che è. Io sto bene, mangio solo più insalata e perdo qualche chilo per lo stress», chiosa. In fondo, non si può vivere di solo rock’n’roll.