Un album che deve ancora arrivare e che già suona “vintage”, racconta Entics di Purple Haze, in uscita il 17 marzo per Sony Music e anticipato dal primo estratto Il finale.
Frutto di un lavoro senza compromessi – «Mi sono stufato di dover piacere per forza» – nel disco Entics ha voluto raccontare di chi ha il suo stesso vissuto, di chi con lui ha condiviso le stesse strade, lo stesso quartiere, dedicato a chi dal quartiere «è riuscito a scappare e a chi è ancora lì». Una testimonianza di chi ha vissuto la propria adolescenza tra gli anni ‘80 e ‘90 a Milano, “svezzati da Pamela Anderson, i tatuaggi tribali e il sogno di andare a New York”, racconta il rapper di Classe 85, pezzo che da il via a Purple Haze.
Già con il primo singolo, infatti, Entics riesce a testimoniare della sua crescita artistica e personale arrivata grazie a una consapevolezza e una maturità nuove, conquistate insieme ai suoi trent’anni. Soprattutto nella scrittura, il rapper milanese dimostra un cambiamento nel modo di vedere il mondo e la musica che lo circonda: «Sono tutti concentrati sulla trap, hanno imparato questa parola nuova – racconta mentre dipinge un murales – ma nessuno ascolta più quello che dicono le canzoni».
I nuovi brani sono una presa di distanza anche dalla società moderna, «dove tutti stanno dietro un vetro a giudicare senza rendersi conto di quel che vuol dire mettersi in gioco», confida Entics nella clip in esclusiva. Lo stesso concetto che esrpirme in Soli contro tutti, la canzone conclusiva dell’album nata dalla collaborazione con Panda, dove risuona forte la necessità di gridare per distinguersi, anche se spesso le nostre parole finiscono in un deserto di omologazione. “Se stiamo fermi andiamo giù, sabbie mobili. Tutto è più semplice di come sembra se tu non lo complichi”.