Eric Clapton è convinto che il vaccino contro il Covid possa rendere sterili. «Ho paura di quel che i vaccini potranno fare alle mie figlie ed è il motivo per il quale sono qui a parlare. Una volta che hanno compiuto i 18 anni non c’è modo di fermarle. Credo lo considerino un problema nel breve periodo, che ci si debba vaccinare per andare dal medico o in un altro Paese. Non capiscono. Spiego alle mie figlie che potrebbero non essere più in grado di fare figli, ma probabilmente non gliene frega granché a questo punto della loro vita».
Clapton lo ha detto in una lunga intervista concessa a Oracle (qui la seconda parte, in cui però parla per lo più Robin Monotti, l’architetto e produttore cinemtografico che un mese fa aveva diffuso uno scritto di Clapton sugli effetti del vaccino). Come si legge nella descrizione ufficiale, Oracle è una piattaforma di «filmmaker professionisti uniti nella lotta per un dibattito aperto e la libertà di informazione a fronte delle violazioni dei diritti da parte del governo globale e della censura delle big tech». Il musicista ha pure descritto la reazione delle figlie alle sue raccomandazioni: «Mi guardano come per dire: ma perché non chiudi la bocca? Mi preoccupa quel che potrebbe accadere loro. Non voglio perdere il loro amore e la loro fiducia».
Nel video Clapton spiega che non crede più alle informazioni del governo dopo la Brexit e dopo la marcia indietro di Boris Johnson sull’immunità di gregge ottenuta lasciando correre il virus. Si informa da fonti alternative come Ivor Cummins, ingegnere biochimico che ha un canale YouTube. «Da quel momento ho scoperto altra gente che offre soluzioni alternative» e ha firmato la Great Barrington Declaration sui costi fisici e psicologici delle politiche anti Covid.
Quando è stato annullato il tour, una cosa devastante per un musicista della sua età che non sa quanto a lungo potrà continuare a suonare a certi livelli, ha sentito della campagna anti lockdown di Van Morrison e si è associato. Ha persino pensato di lasciare l’Inghilterra. «Mia moglie è americana, ma lì la retorica è persino peggio. Esprimendomi contro il lockdown temevo di essere associato a Trump».
Clapton torna anche sulla reazione al vaccino AstraZeneca che ha fatto giacché «ho avuto un enfisema, ho 76 anni, faccio parte della popolazione fragile». Per una settimana è stato ko. «Mi stavo preparando per uno show in cui avrei suonato la chitarra con un paio d’altro musicisti davanti alle camere, ma non ce l’ho fatta».
Clapton ha anche smesso di guardare la tv per informarsi. A un certo punto dell’intervista viene mostrato un meme. Ci sono due quaccheri senza mascherina e una donna con mascherina che li intervista e chiede: «Perché il Covid non ha influenza su di voi?». La risposta: «Non abbiamo la tv». Il commento di Clapton: «È vero. Una buona parte della malattia è nella nostra testa».
Oltre a chiamare, come ha fatto in passato «propaganda» l’informazione sulla responsabilità sociale connessa all’epidemia, Clapton accenna anche alle conseguenze delle sue parole sull’amicizia coi colleghi: «Il mio telefono non squilla più tanto spesso, non ricevo più tanti messaggi o e-mail».