Le accuse risalivano al 2023: una donna, finora rimasta anonima, aveva dichiarato che Marilyn Manson l’aveva adescata e violentata più volte negli anni ’90, e che, le prime volte che ciò era successo, lei era ancora minorenne. Ora, la donna ha deciso di andare on the record per la prima volta. In una dichiarazione ufficiale pubblicata ieri, la testimone ha scritto che rivelare finalmente la sua vera identità l’ha fatta sentire più forte. La decisione è stata presa a seguito della sentenza legata a una delle due cause aperte a New York e in Louisiana contro Manson.
«Non sono più una vittima senza nome: mi presento a voi come Bianca Allaine Kyne, e sono una sopravvissuta. Oggi mi riprendo la mia voce, che mi era stata rubata da troppo tempo». Questo si legge nella dichiarazione di Kyne, diffusa dal suo avvocato, Jeff Anderson. La donna continua, e afferma che Manson (a secolo Brian Warner), le abbia fatto patire abusi «terribili» a New Orleans nel 1995, quando Kyne aveva 16 anni. Un secondo episodio si sarebbe verificato nel 1999 a Long Island, nell’upstate di New York. «Warner ha sfruttato il suo potere e la sua influenza perversa per soggiogarmi ai suoi cupi desideri. La ragazzina che ha adescato in Louisiana è diventata vittima della sua perversione a New York».
L’avvocato di Warner, Howard King, dice che le dichiarazioni di Kyne sono «bugie malevole», e che equivalgono a «ricattare» il suo cliente. «Brian Warner non conosce questo soggetto, e non ha memoria di averla incontrata 28 anni fa», questo ciò che King ha detto a Rolling Stone. «Quel che è certo è che non ha mai avuto rapporti sessuali con lei. È da più di tre anni che Kyne costruisce ad arte la sua storiella da vendere ai tabloid e ai podcast. Ma non ci vuole un’indagine approfondita per accorgersi che la sua versione non è coerente da una volta all’altra, e che sia in stretti rapporti con altri soggetti che hanno mosso false accuse nei confronti di Warner».
Kyne, oggi 44enne, fece causa a Warner per la prima volta nel gennaio del 2023 presso il tribunale di Nassau County, stato di New York, sotto lo pseudonimo di Jane Doe – generico “Maria Rossi” usato in inglese per mantenere l’anonimato. Dichiarò che Warner avesse usato la sua influenza e la sua autorità di adulto per convincerla a salire sul bus con cui Manson era in tour dopo un concerto a New Orleans. Era il dicembre 1995, e Kyne aveva 16 anni. La donna affermò che prima Warner le fece qualche complimento, poi cominciò a baciarla, a «morderle i seni» e infine la forzò ad atti di «sesso orale e penetrativo». Disse poi che Warner l’avrebbe di nuovo «costretta» ad atti sessuali a Uniondale e a Buffalo, nello stato di New York, due volte a pochi giorni di distanza l’una dall’altra, nell’aprile 1999.
Il 22 maggio 2023, Warner aveva presentato una mozione per respingere la causa intentata a New York. Lo scorso dicembre, Kyne aveva invece spostato le accuse di abuso di minore, relative alla sua causa, da New Orleans a un’altra causa separata in Louisiana. Il 5 luglio di quest’anno, il giudice sovrintendente al caso di New York ha approvato la rimozione delle accuse del 1995 in Louisiana verso New Orleans, mentre ha respinto il tentativo di Warner di eliminare l’accusa di Kyne per «inflizione intenzionale di sofferenza emotiva» legata ai presunti assalti del 1999. La decisione però ha dato un contentino anche a Warner: il giudice infatti ha deliberato che Kyne dovrà rimuovere ogni menzione di adescamento e abusi sessuali nei confronti di minore dalla sezione “Contesto fattuale” della causa di New York. Warner non ha tentato di respingere le accuse di violenza sessuale di Kyne relative ai presunti assalti del 1999.
«Per anni ho vissuto sotto la sua ombra, paralizzata dalla paura. Ma quella paura non mi controlla più. È stata sostituita dalla ricerca inesausta della giustizia. Sto in piedi, senza paura», continua Kyne nella sua nuova dichiarazione. «Questo non riguarda solo la mia storia personale. Si tratta di smascherare un’industria che dà priorità al profitto rispetto alla sicurezza delle giovani donne vulnerabili». Le cause di Kyne includono infatti accuse di negligenza contro Interscope e Nothing Records, che hanno pubblicato la musica di Warner.
Warner, 55 anni, ha respinto accuse di abuso sessuale da più di una dozzina di donne. Lo scorso settembre ha raggiunto un accordo privato con un’accusatrice anonima che ha affermato di essere stata brutalmente violentata da lui nel 2011. La donna ha inoltre sostenuto che Warner l’abbia privata di cibo e sonno durante la loro relazione e che l’abbia minacciata di «spaccarle la testa» se lo avesse denunciato.
L’accordo è avvenuto dopo che Warner ha raggiunto un altro deal con la star di Game of Thrones, Esmé Bianco, nel gennaio 2023. Bianco aveva accusato Warner di stupro e maltrattamenti. Un’altra ex accusatrice, Ashley Morgan Smithline, ha lasciato cadere la sua causa l’anno scorso e ha formalmente ritrattato le sue accuse contro Warner.
L’ex assistente di Warner, Ashley Walters, ha citato in giudizio l’artista nel 2021 e ha, recentemente, ottenuto una data per il processo: giugno 2025. Walters, artista che ha lavorato per Warner durante quello che definisce un anno «orribile» (terminato nel 2011), sostiene che Warner l’abbia frustata, che le abbia lanciato piatti addosso e che l’abbia aggredita sessualmente.
Nel frattempo, la fotografa Susan Fountain, che aveva affermato che Warner le avesse causato «paura e ansia» quando le aveva sputato e soffiato il naso addosso durante un concerto del 2019 nel New Hampshire, sta chiedendo a un giudice di Los Angeles di riconsiderare una seconda archiviazione del suo caso avvenuta lo scorso gennaio, citando «inavvertenza o errore» da parte del suo avvocato, che ha mancato un’udienza.