Si può essere Presidenti della Repubblica Italiana a 89 anni, vincere le Olimpiadi a 72, che cosa volete che sia fare il dj in giro per il mondo superati i 50 anni d’età? La truppa degli Highlander della consolle è ben nutrita, con esempi più che virtuosi sia in Italia che nel resto del mondo.
Attenzione: non parliamo di dj che arrancano alla triste ricerca di qualche ingaggio in onore dei bei tempi che furono, bensì di protagonisti ancora attualissimi, sia per il carisma che ancora sanno esibire, sia per la loro cultura musicale che ha consentito loro passare dal vinile agli mp3, dai giradischi alle chiavette usb e ai computer. E anche, nella maggior parte dei casi, per una discreta se non ottima forma fisica, necessaria quando si affrontato tour estivi con aerei da prendere quasi tutti i giorni.
E conosciamoli un po’ meglio, questi fab (over) 50. In Italia abbiamo i tre tenori house ovvero Joe T Vannelli, Ralf e Coccoluto, protagonisti di one-night come Supalova e club come il Cocoricò, Albertino di Radio Deejay e Daniele Baldelli, il cui party “Remember Baia degli Angeli” ogni anno raduna migliaia e migliaia di persone.
Claudio Coccoluto dal vivo al Circo Massimo per la Giornata della Terra 2010:
Dagli Stati Uniti gli over 50 di prestigio sono ben rappresentati dai guru della techno Jeff Mills e Kevin Saunderson e dai maestri della House quali Francois Kevorkian, David Morales e Tony Humphries. È morto all’età di 59 anni o scorso marzo The Godfather of House, Frankie Knuckles, che aveva di sicuro ancora parecchio da raccontare e sarebbe potuto andare avanti ancora per tanto, tanto tempo; fanno ancora la loro valida figura gli ultimi eroi della disco quali Nicky Siano, Dave Mancuso, Junior Vasquez e Jellybean Benitez (si, quello che lanciò Madonna). Sempre dagli Stati Uniti provengono Robert Owens e Danny Tenaglia, autentici maestri, seguiti e riveriti.
Il dj-set di Kevin Saunderson a Chicago per Boiler Room:
La vecchia Europa non è da meno, a cominciare da Sven Vath, che ha appena compiuto 50 anni e li ha festeggiati con un’edizione speciale del festival Timewarp. La Gran Bretagna ci regala l’esempio virtuoso di Pete Tong, il cui programma Essential Selection, trasmesso ogni venerdì sera da Bbc Radio One, resta il radio-show più autorevole al mondo per quanto concerne la musica dance.
Sempre da oltremanica proviene Carl Cox, guru assoluto della techno, entusiasmo ed energia di un ragazzino alle prime armi ed amato senza condizioni da tutti gli appassionati di musica elettronica. La Spagna può esibire con fierezza Josè Padilla, il creatore del sound del Cafè del Mar, che per anni ha accompagnato i tramonti ibizenchi in quel di San Antonio.
Giorgio Moroder suona dal vivo a Vienna:
E non è mai troppo tardi, per diventare dj. L’esempio più clamoroso proviene da Giorgio Moroder, nato nel 1940 ad Ortisei e divenuto uno dei personaggi più auterevoli ed influenti nella storia della musica mondiale. Complice l’entusiasmo scaturito dalla collaborazione con i Daft Punk, ha iniziato a dedicarsi ai dj-set, suonando la scorsa primavera a Milano di fronte a migliaia e migliaia di persone. Un cerchio magico che si chiude.
Tutti i dj hanno iniziato a ballare e mettere dischi grazie a Moroder: il diretto interessato non poteva che prenderne atto e mettersi a guidare – non soltanto per ragioni anagrafiche – la truppa di questi sempiterni veterani. 74 is the New 24 è il titolo del suo nuovo singolo, che anticipa l’album in uscita la prossima primavera, a trent’anni di distanza dall’ultimo. Come sempre, una spanna avanti tutti. Come un vero dj che si rispetti.