Dopo le lamentele di alcuni residenti circa i disagi creati dai tanti concerti estivi che si tengono tra lo Stadio San Siro e gli ippodromi SNAI e La Maura e la replica di Vasco Rossi («L’Italia è l’unico Paese al mondo – Milano più che altro – dove si pensa che gli spettacoli siano troppi. Bisogna restare a casa a piangere davanti al telegiornale?»), si è espresso sull’argomento Eugenio Finardi, che abita in zona.
«Nell’area di San Siro ci sono troppi concerti estivi, non si può andare avanti così», dice in un’intervista al Giorno. «All’ippodromo La Maura gli eventi musicali dovrebbero essere proprio vietati perché la struttura e l’area circostante non è adatta ad accogliere migliaia di persone. Sa cosa spero, a questo punto: che Milan e Inter costruiscano i loro stadi veramente a San Donato Milanese e a Rozzano».
Quando l’intervistatore gli chiede che cosa direbbe a Vasco Rossi, Finardi risponde: «Che non suoni più alla Maura, come ha fatto nel 2022 creando il caos nel quartiere, e che faccia qualche data in meno al Meazza. L’estate scorsa è stato un inferno, a luglio c’è stato un concerto al giorno e anche due in contemporanea, uno all’Ippodromo di San Siro e l’altro alla Maura. Ridicolo. La Maura è un posto orrendo per i maxi-concerti. Gli eventi che attirano decine di migliaia di persone si devono fare fuori città. Durante i concerti alla Maura, la scorsa estate, la mia casa tremava e ora ho le crepe sui muri. La gente saltava e queste sono le conseguenze per chi abita lì vicino. Non è giusto che i residenti debbano subire questi danni».
Tra gli altri disagi provocati dalla concentrazione dei concerti in zona ci sono per Finardi «il traffico, l’inquinamento. L’area di San Siro viene massacrata nel periodo dei concerti estivi. I residenti hanno avuto difficoltà persino a tornare a casa dopo aver fatto la spesa in mezzo a folle di zombie che sono venuti qui a vedere artisti di dubbio valore, per non dire di peggio».
Il problema principale è La Maura, «ma suggerirei di non esagerare anche con i concerti al Meazza. In certi casi, peraltro, gli spettacoli allo stadio attirano molte meno persone di quanto raccontano. È risaputo che molti biglietti vengono regalati dai promoter per riempire l’impianto».
Al di là dei disagi, Finardi è contrario ai mega-concerti dove «non si vede niente e si sente male, c’è solo la voglia di intrupparsi. Il concerto di Travis Scott alla Maura è stato persino pericoloso. Scott faceva avanzare e indietreggiare gli spettatori, di corsa. Se non c’è scappato il morto è stato un miracolo: con 80 mila persone su un prato se qualcuno cadeva rischiava grosso: poteva essere calpestato. Prima di far qualcosa, vogliamo che succeda una tragedia? A un certo punto, poi, Travis Scott ha detto ai fan di saltare tutti insieme e c’è stato l’effetto terremoto nel quartiere».
«Secondo me la dimensione giusta per i concerti sono i teatri – duemila persone al Lirico – o per i grandi eventi rock il Forum di Assago da 10 mila persone. Oltre quelle cifre non è più un concerto, è un’adunata sediziosa. Sono andato per sbaglio a vedere i Coldplay allo stadio di San Siro l’anno scorso e l’ho trovato un evento orrendo».