Il Governo Ucraino ha confermato che, al prossimo Eurovision Song Contest che andrà in scena a Kiev a maggio 2017, saranno esclusi i cantanti russi che in passato si sono espressi favorevoli alla causa separazionista nata in seguito all’annessione militare della Crimea alla Russia del 2014.
Il Ministro della Cultura ucraino Yevhen Nyshchuk aveva commentato che la Russia “ha molti artisti meritevoli che comprendono l’importanza della pace” e che gli artisti scelti per partecipare alla competizione canora “dovranno parlare soltanto tramite il linguaggio della musica e non nel linguaggio della violenza”.
Inoltre, come aggiunto da Nyshchuk, qualora la Russia presenterà un artista fra quelli presenti nella lista nera stilata dal Governo Ucraino – in cui compaiono dieci nomi banditi dalle tv, dalle radio e dai cinema – il fatto verrà certamente inteso come “una provocazione”.
La polemica nasce dall’Eurovision dell’anno scorso quando a vincere fu proprio l’ucraina Jamala con 1944, brano in cui il Cremlino lesse un’esplicita provocazione rivolta a inasprire il conflitto in Crimea.
Per cui, se l’anno scorso Mosca chiese l’annullamento del risultato – “la politica ha prevalso sull’arte”, commentò il senatore russo Klintsevitch Frantz – ora da Kiev rispondono dichiarando il veto di partecipazione per alcuni artisti russi per la prossima edizione del festival.
Il supervisore esecutivo dell’Eurovision Song Contest si è detto molto preoccupato delle tensioni tra Russia e Ucraina attorno al concorso, dicendo che si spenderà con tutte le forze per un dialogo con le autorità che assicuri le condizioni migliori agli artisti e ai delegati che verrano a Kiev.