Evan Dando: «Ho provato l’eroina per via di Keith Richards e William Burroughs» | Rolling Stone Italia
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Evan Dando: «Ho provato l’eroina per via di Keith Richards e William Burroughs»

L’uomo dei Lemonheads pubblicherà a maggio l’autobiografia ‘Rumours of My Demise’. In una nuova intervista racconta il prossimo disco del gruppo, il litigio coi Jawbreaker, la dipendenza, le esperienze con le groupie. «Si facevano avanti in 15 e io le sceglievo: “Tu e tu”»

Evan Dando: «Ho provato l’eroina per via di Keith Richards e William Burroughs»

Evan Dando dei Lemonheads

Foto: Kieran Frost/Redferns

Evan Dando ha iniziato a usare l’eroina per essere come i suoi idoli William Burroughs e Keith Richards. È una delle cose che racconta in un’intervista concessa all’Independent. Il rocker dei Lemonheads si è ripulito da due anni. Il giornalista lo descrive come un 57enne dall’espetto stropicciato e dall’eloquio qualche volta indecifrabile, segni lasciati dalla dipendenza.

Dando ha iniziato a usare droga prima ancora di fondare la band. «Al liceo c’era uno spacciatore di coca piuttosto efficiente», dice. Ha iniziato a usare l’eroina per imitare Burroughs e Richards, ma anche per via della sofferenza dovuta al divorzio dei genitori avvenuto quando aveva 10 anni. «Non ho mai visto mi padre negli anni dell’adolescenza e questa cosa mi ha fottuto».

L’eroina e il crack non sono stati l’unica dipendenza. «Quando diventi una pop star, il sesso diventa allettante. L’ho fatto fino allo sfinimento ogni sera. Magari ero in Giappone e pensavo: bene, qui le groupie non sono estinte, cool! Si fanno avanti in 15 e tu le scegli: “Tu e tu”. È un’esperienza selvaggia. Ed è molto divertente». Dando specifica «non volevo facessero nulla controvoglia, lasciavo che accadesse se doveva accadere».

Dando dice di avere toccato il fondo non con l’eroina, ma con l’ossicodone, il farmaco appartenente alla classe degli oppioidi che negli Stati Uniti ha fatto strage, commercializzato e spinto col nome di OxyContin dalla Purdue Pharma. Si è liberato dalla dipendenza solo un paio di anni fa. Quando tre anni fa ha iniziato a offrire online performance in cambio di denaro si era sì ripulito dall’eroina, ma non dalla cocaina. Oggi, dice, suona «per me stesso e la mia autostima. Del resto non faccio molto altro. Dipingo, ma la cosa non migliora l’autostima perché non sono ancora bravo. Mi piace pescare, ma la cosa che mi fa andare avanti è il tour perché mi dà qualcosa da fare ogni giorno».

Nell’intervista Dando dice di avere apprezzato l’LSD polacca provata in Brasile («Gli acidi vanno bene una volta ogni tanto»), ammette di avere ingannato i medici al fine di farsi prescrivere farmaci per il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, racconta del tour dei Lemonheads come supporter dei Jawbreaker che avrebbe dovuto fruttare 170 mila dollari. «Erano degli sfigati. Sono andato dal cantante e gli ho detto: “Sei tu il cantante di quella band di merda dei Jawbreaker?”. È bastato questo per farmi cacciare dal tour» (all’epoca Dando diede una versione diversa).

A maggio Dando pubblicherà l’autobiografia Rumours of My Demise, un titolo che gioca ironicamente con le voci sulla sua morte che ogni tanto circolano. Ha anche finito di registrare un nuovo album dei Lemonheads intitolato Love Chant. «È molto psichedelico ed heavy, ma anche tranquillo, e sono tutti pezzi originali».

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