Fedez e Sfera Ebbasta sono stati chiamati a testimoniare nel processo ‘bis’ per la tragedia avvenuta nella discoteca Lanterna Azzurra di Corinaldo, in provincia di Ancona, tra il 7 e l’8 dicembre del 2018 dove persero la vita cinque adolescenti e una madre, per parlare delle condizioni di sicurezza del locale.
Fedez, che nel locale si era esibito due volte nel 2015 e nel 2016, ha risposto alle domande dei pm, Paolo Gubinelli e Valentina Bavai, e dei legali di difesa e porte civile, ammettendo però di «Non avere un ricordo che possa essere utile alla corte». Fedez ha parlato di «una data tranquilla», senza criticità, dipingendo però un quadro della situazione, quello che ha portato a ciò che in passato l’artista ha definito «lo scenario peggiore», abbastanza chiaro: «Se l’artista viene venduto, per esempio, a 20/30 mila euro in un locale che contiene 500 persone, chi sta gestendo la data sa che il titolare deve strariempirlo. Non dico prevedere una tragedia, ma problemi di qualche tipo, magari uno svenimento».
Dopo Fedez è stato il turno di Sfera che di quella sera sarebbe dovuto essere il main event. Il rapper di Cinisello ha raccontato di non aver nemmeno raggiunto il locale, visto che lui e il suo team furono avvertiti degli accaduti. Sfera si è poi soffermato sulla causa scatenante di quella tragedia, l’uso dello spray al peperoncino: «Mi era capitato altre due o tre volte lo spray al peperoncino agli show ma non mi ricordo in quali locali. Una volta, non mi ricordo dove, dovemmo sgomberare la sala e poi lo show è ripreso dopo mezz’ora. Gli addetti alla sicurezza avevano aperto le uscite di sicurezza per far defluire le persone che poi erano rientrate senza che nessuno rimanesse ferito». Aggiungendo: «In altre occasioni non era neanche stata sgomberata la sala, non c’erano state conseguenze».
La prossima udienza è fissata per il 31 marzo.