Per ben 33 mesi lo Studio 54 è stato il baccanale americano, un mix senza precedenti di glamour ed edonismo primordiale. Il locale ha aperto il 26 aprile del 1977 ed è diventato subito l’epicentro della vita notturna newyorkese. Sesso, droga e disco music erano offerti dallo Studio 54 a una generazione cresciuta a pane e Vietnam. Le storie su quello che accadeva in quel club sono diventate, nel corso dei decenni, veri e propri miti metropolitani. Non solo, sono quasi tutte vere! Per festeggiare il quarantesimo compleanno del club, ecco le 10 che preferiamo.
1. Donald e Ivana Trump parteciparono alla serata d’apertura mentre un’orgia si scatenava per la strada
Uno dei primi a presentarsi sulla porta del neonato Studio 54 fu proprio Donald Trump, accompagnato dalla moglie Ivana. Nikki Haskell, ospite dei due a cena, ricorda la serata così: «Gli ho detto: dai! C’è questo nuovo club, apre stanotte. Andiamo? Siamo entrati nello Studio 54 e l’abbiamo trovato vuoto. Eravamo i primi, stavano ancora sistemando le luci e provando l’impianto».
La serata è decollata dopo le 23: la 54esima strada era bloccata dal traffico. Persino Frank Sinatra non è riuscito a entrare nel locale, incastrato nella sua limousine. La festa si è spostata per la strada: un dottore si era portato delle gigantesche bottiglie di metaqualone, un sedativo. «Il dottore ha cominciato a far girare quella roba… poi tutti hanno cominciato quest’orgia assurda», ha detto Haskell.
Intanto, il futuro presidente era impegnato in attività meno scandalose, dentro al locale. «Andavo al club con moltissimi amici, molta gente», ha detto Trump al Washington Post nel 2016. Secondo Haskell, Trump non andava allo Studio 54 per la musica o per le feste, ma per farsi vedere vicino alle star, vicino ai presidenti dei network. C’è chi giura di non averlo visto ballare neanche una volta.
2. Bianca Jagger si è presentata sulla pista da ballo su un cavallo bianco
La nottata d’apertura del club fu un grande successo, ma le serate successive non andarono tanto bene. La fortuna dello Studio 54 cambiò quando Steve Rubell ricevette la chiamata del fashion designer Halston. «Erano le 10,30 del mattino, ha chiamato Halston. Era una cosa grossa, voleva fare una festa di compleanno per Bianca Jagger», ha detto Renny Reynolds.
La sera del 2 maggio Bianca ha festeggiato in grande stile. Il punto più alto della serata è stato toccato a mezzanotte, quando un cavallo bianco è stato accompagnato sulla pista da ballo da una coppia completamente nuda. Bianca ha cavalcato per tutta la pista sommersa dai flash delle macchine fotografiche. È stata una delle operazioni pubblicitarie più riuscite della storia: le foto della Jagger hanno fatto il giro del mondo, trasformando il locale in una miniera d’oro e nel posto più desiderato di tutta New York City.
3. I buttafuori erano spesso vittime di abusi. Ad alcuni hanno persino sparato.
«Il segreto dello Studio 54 è che è una dittatura alla porta e una democrazia sulla pista da ballo», ha detto una volta Andy Warhol. Per raggiungere il perfetto mix di invitati, infatti, la selezione all’ingresso era durissima. Marc Benecke, uno dei buttafuori e vice di Steve Rubell, si occupava in prima persona delle scelte. «Avevamo dipendenti di McDolands che ballavano con supermodelle. Non ci interessava l’estrazione sociale, l’importante era che fossero vestiti in maniera interessante, che volessero festeggiare e che ballassero bene», ha detto durante il documentario di E! dedicato al club.
Quelli che venivano esclusi provavano a tornare tutte le sere. Alcuni cercavano di corrompere i gorilla, due ragazze si sono addirittura presentate a cavallo in perfetto stile Jagger. Il cavallo superò la selezione, le ragazze no.
A volte il clima diventava incandescente: qualcuno ha provato a distruggere l’entrata VIP con la sua macchina, qualcun altro ha addirittura sparato a Chuck Garelick, il capo della sicurezza. I colpi di pistola gli hanno sfiorato la testa di pochi centimetri.
4. Nile Rodgers e Bernard Edwards, due leggende della disco music, non riuscirono a entrare nel club. La storia, però, ha ispirato una delle loro hit più famose.
Nonostante le loro canzoni fossero tra le più suonate sulla pista da ballo, Nile Rodgers e Bernard Edwards degli Chic non sono riusciti a entrare nello Studio 54. «Ci avevano invitato, dovevamo incontrare Grace Jones. Voleva intervistarci e parlare del nostro prossimo disco, ma non ci hanno fatto entrare. Siamo rimasti fuori dalla porta per parecchio, ci sentivamo uno schifo. Siamo tornati a casa e, accompagnati da due bottiglie di champagne, abbiamo iniziato a improvvisare».
Da quel rifiuto è nata Fuck Off, titolo provvisorio di Le Freak, il pezzo più famoso degli Chic e uno dei più noti di tutta la storia della disco music.
5. Un ragazzo è morto cercando di imbucarsi nel club attraverso i condotti d’areazione
Chi non poteva entrare nello Studio 54 aveva le reazioni più disparate: alcuni si disperavano, altri si arrabbiavano, altri ancora non si arrendevano. Sono parecchi quelli che hanno provato a imbucarsi nel locale, alcuni con metodi davvero originali.
«C’era gente che provava a saltare dagli edifici vicini, alcuni si portavano l’attrezzatura da arrampicata. Un ragazzo è morto, cercava di intrufolarsi attraverso i condotti d’areazione. Puzzava da morire, abbiamo trovato il suo corpo il giorno dopo», ha detto Baird Jones, uno degli associati del club.
6. La pista da ballo è stata trasformata in una fattoria – completa di bestiame e balle di fieno – in onore di Dolly Parton.
Il team dello Studio 54 era esperto nel trasformare le fantasie dei VIP in realtà. L’occasione era sempre la stessa: assurde – e costosissime – feste di compleanno. Karl Lagerfeld e i suoi ospiti hanno festeggiato in un locale trasformato in una vera e propria corte reale, completa di parrucche e vestiti elaborati.
Elizabeth Taylor si è goduta una performance esclusiva delle Rockettes mangiando una torta che la ritraeva a grandezza naturale. Per Dolly Parton, invece, il locale si è trasformato in una vera e propria fattoria. «Per quella serata Steve fece davvero l’impossibile. C’erano balle di fieno, cavalli e asini in giro per tutto il club», ha detto Michael Musto.
Sfortunatamente la festeggiata non gradì più di tanto. Dolly Parton non era abituata a quel tipo di feste, e passò gran parte del tempo sul terrazzo, da sola.
7. Il premiere-party di Grease sarebbe potuto finire con un gigantesco incendio
Steve Rubell e il suo team trasformarono il club nel set di Grease per festeggiarne il debutto nel 1978. «Sono entrato nel club e mi sono ritrovato davanti armadietti in perfetto stile liceale. Nella sala c’erano addirittura delle macchine d’epoca», ricorda il produttore Alan Carr.
Nessuno voleva affittare una macchina allo Studio 54, e senza l’intervento dei pompieri queste sarebbero state nel mezzo della pista da ballo con i serbatoi pieni di benzina. Per fortuna non è successo niente di grave.
8. I VIP che volevano appartarsi andavano nello scantinato, o nella rubber room sul terrazzo.
Non tutti quelli che riuscivano a entrare nello Studio 54 erano ammessi nello scantinato: un posto fatiscente, buio, pieno di mobili di vecchie feste e dall’atmosfera assolutamente non glamour. Ma è proprio qui che i privilegiati potevano lasciarsi andare alle loro fantasie più sfrenate.
«Finivi in queste stanze piene di gente sudata, alcuni per quello che avevano appena fatto, altri per quello che stavano per fare», ha scritto Grace Jones nel 2016. Per gli altri c’era la rubber room, sul terrazzo: una sala ricoperta di gomma perché più facile da pulire. «Oltre la rubber room c’era una sala ancora più segreta, dedicata solo alle divinità del club. Un posto di segreti e secrezioni, di respiri e affanni», ha scritto la Jones.
9. Steve Rubell ha regalato ad Andy Warhol un cestino pieno di contanti
La rapidissima esplosione dello Studio 54 fu anche la principale causa del suo declino. Nel 1977 il club guadagnava milioni, ma pagava solo 8.000 dollari all’anno di tasse. Gran parte dell’incasso di ogni serata, infatti, veniva conservato in buste della spazzatura e nascosto nel contro soffitto, o a casa di Rubel. Il proprietario, purtroppo, aveva anche il vizio di vantarsi pubblicamente: «Solo la Mafia fa più soldi di noi», ha detto una volta a un magazine di New York.
A differenza di quanto faceva con le tasse, però, Rubell era molto generoso con i suoi ospiti. Il proprietario del locale era solito fare regali come quello fatto ad Andy Warhol per il suo 50esimo compleanno: un cestino pieno di banconote. Anni dopo, quando i libri contabili dello Studio 54 sono stati resi pubblici, si è scoperto che il totale era 800 dollari. «Mi hanno detto che c’erano 1000 dollari in quel cestino! Erano solo 800? Dannazione, lo sapevo che avrei dovuto contarli!» ha detto ridendo Andy Warhol al suo collega Bob Colacello.
10. Prima di finire in prigione, Rubell e Schrager hanno organizzato una festa d’addio imbottita di superstar
Gli agenti dell’IRS sono entrati negli uffici dello Studio 54 il 14 dicembre 1978. Hanno trovato: buste piene di contanti, documenti scottanti e anche della cocaina. Sia Rubell che Schrager sono stati accusati di aver nascosto 2,8 milioni di dollari di incasso e il giudice Richard Owen ha deciso di dare ai due il massimo della pena: tre anni e mezzo di carcere e 20,000 dollari di multa.
Il febbraio successivo, qualche giorno prima di iniziare a scontare la pena, Rubell e Schrager hanno organizzato la loro ultima festa. Il titolo era tutto un programma: The End of Modern Day Gomorrah. La serata era più intima del solito, ma tra i 2000 invitati c’era gente come Richard Gere, Reggie Jackson, Andy Warhol, Lorna Luft, Sylvester Stallone, Diana Ross e Liza Minneli, che ovviamente si è esibita nella sua New York, New York.
Rubell ha salutato i suoi ospiti con un discorso commovente. Gli ospiti piangevano, Bianca Jagger non riusciva a smettere di abbracciarlo. Jack Martin, un giornalista del New York Post, ha incontrato Rubell la mattina dopo. «Era confuso, ma si vedeva che aveva accettato la realtà. Era stata una festa d’addio, ma la gente si è comunque divertita moltissimo. Gli siamo stati accanto fino all’ultimo momento, quando è salito in macchina per andare a scontare la pena». La festa era finita.