Prima dell’uscita di The Downward Spiral, il capolavoro di industrial metal dei Nine Inch Nails che in questi giorni compie 25 anni, Trent Reznor sentì l’urgenza di scusarsi con la sua etichetta.
«Dissi alla label: “Mi spiace, ma non credo che ci sia un cazzo di singolo qui. Non penso che venderà chissà che cazzo di copie. Ma ho dovuto fare questo disco perché è ciò che sono ora. Ci credo al 100%”» ha detto a Rolling Stone nel 1997. «”Mi scuso, comunque. Perché non c’è niente che giustifichi i soldi che mi avete dato per farlo.”»
Ovviamente si sbagliava, e anche di molto. Alimentato dal successo di Closer, l’album avrebbe conquistato il secondo posto, vendendo 3 milioni di copie.
«Rimasi sorpreso perché, e non voglio sembrare snob, ero convinto che la gente non l’avrebbe mai capito» ha detto a Rolling Stone su The Downward Spiral. Quando gli abbiamo chiesto il perché, lui identifica la devastante traccia di apertura, Mr. Self Destruct.
«Ho fatto sì che la prima traccia, Mr. Self Destruct, suonasse come volevo: il rumore più merdoso che, verso la fine, si deteriorasse in noise» ci ha detto. «Non è come uno stracazzo di Michael Jackson.»
Iniziando con una serie di strani tonfi che suonano come se qualcuno stesse schiaffeggiando ripetutamente una borsa pesante, la canzone dipinge velocemente un paesaggio sinistro che contrasta le fredde percussioni elettroniche con scariche di chitarra pesantemente effettata. Nel ritornello epico, Reznor canta: “I take you where you want to go/ I give you all you need to know / I drag you down, I use you up / Mr. Self Destruct”.
In cima all’articolo trovate l’intenso filmato della traccia di apertura di The Downward Spiral suonata dal vivo nel Self Destruct Tour del 1994.