«Il passaggio obbligato da quattro a tre elementi ha generato spazio da riempire, e adesso dal vivo ci stiamo muovendo verso nuove direzioni. Guardiamo meno al passato» ci raccontano i torinesi Foxhound a proposito del loro ultimo EP di quattro brani, Camera Obscura, in uscita il 25 aprile ma già disponibile in streaming per Rolling Stone qui sopra.
Ed è come se riducendosi di numero la band di giovinastri classe ’92 abbia acquistato ancora più intimità con sé stessa, più coesione e forse anche più coraggio. Camera Obscura infatti è l’opera che oltre alla formazione segna anche un cambio di direzione, prediligendo geografie elettroniche ma non per questo digitali, corde che battono sulla latta, legno che rimbalza sulle pelli.
Un’altra grande novità deriva poi dalla produzione artistica curata da Mario Conte (già produttore per Meg e Colapesce), firma dietro a quel suono caldo e morbido che catapulta l’immaginazione verso latitudini equatoriali (complici anche le chitarrine à la Crystal Fighters). «Mario ha avuto un ruolo fondamentale: è riuscito a cucire su di noi quel nuovo vestito sonoro che cercavamo, ma senza alterare i particolari che ci distinguono. E’ un produttore con una grandissima sensibilità.»
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