L’album di Salmo come previsto sta facendo parlare parecchio. Primo perché banalmente è un bel disco, con molti dissing al suo interno (tra cui uno a Rolling Stone). Secondo, perché nell’intervista che ci ha concesso il ragazzo si è lasciato andare parecchio, e giustamente.
Le sue frasi su Salvini hanno già scatenato una risposta ovviamente populista e finto pacifista del Ministro dell’Interno. Ed è comprensibile, secondo la regola ovvia della provocazione e reazione.
Se c’è però qualcuno che in tutto questo non ha capito moltissimo, beh quello è Biagio Antonacci. «I vari Biagio Antonacci vedono i rappusi, dei quali non conoscono neanche il nome, in testa alle classifiche, e gli gira il cazzo» ci ha raccontato Salmo nell’intervista di copertina del nuovo numero di novembre. Si parla di rap, e della nuova epoca d’oro dei suoi esponenti, oggi ben più ascoltati dei cantanti pop.
Ora, voi cosa avete tratto dalla dichiarazione di Salmo? Non è difficile. Il nome di Antonacci qui viene usato in un contesto esemplificativo, come nome generico per indicare uno dei cantanti italiani vecchia scuola. Quelli che ascoltano le nostre mamme, per intenderci. Nessuno ce l’ha davvero con lui, nessuno sta davvero attaccando lui direttamente per accusarlo di rosicare.
Su un piano teorico, uno simpatico e sveglio come Antonacci dovrebbe capirlo subito. Uno come lui non risponderebbe mai con una story squallidissima su Instagram in cui dice che lui è stato il primo a cantare con i Dogo (in un periodo discograficamente tutt’altro che d’oro) e poi concludendo la story con un “Caro Salmo, tra 30 anni ti auguro di avere lo stesso successo mio” concludendo toccandosi il pacco. No, uno come Biagio Antonacci non lo farebbe mai, perché lui capisce al volo certe cose.