Francesco Guccini è stato ospite ieri di Un giorno da pecora, il programma di Rai Radio 1, e ha parlato di come sta vivendo questo periodo di isolamento forzato causa coronavirus e di cosa si aspetta dal futuro. «Anche in tempo di guerra, che io ricordo un pochino, un deserto così non c’era», ha detto il cantautore delle città svuotate dalla pandemia. «Era molto diverso, più triste, più doloroso, tutto sommato più tragico».
«In questo momento faccio quello che facevo prima», ha detto Guccini. «Mi muovo poco, ascolto audiolibri, scrivo e guardo un po’ la tv. Non ascolto molta musica da anni, niente. Non suono neanche più la chitarra, credo di non esserne più capace, ammesso che lo fossi stato». La musica, però, torna a visitarlo tutti i giorni: «Ogni mattina, quando mi alzo, mi passa per la testa un ritornello. Cose stranissime, ricordi vaghi del passato. Non necessariamente roba mia… L’altra mattina mi è venuta in mente Piccolissima serenata, una canzone degli anni ’40».
Per quanto riguarda il futuro, il cantautore è scettico. «La storia non insegna mai niente. Anche dopo l’11 settembre si diceva che sarebbe cambiato tutto, ma non è cambiato nulla. Gli uomini non imparano. È nella natura umana dimenticarsi presto delle tragedie passate per riprendere la vita di sempre». Potete ascoltare l’intervista completa a questo link.