Sesso, droga e rock’n roll. L’espressione più celebre della storia del rock non fa parte dello stile di vita di Gene Simmons. Il musicista dei Kiss, infatti, ha spesso dichiarato di non essere mai stato ubriaco e fatto nella sua vita. Tranne una volta, per sbaglio, durante gli anni ’70.
«Eravamo in una stanza piena di gente che stava festeggiando. Avevamo battuto qualche record a Detroid credo, era il ’76», ha raccontato Simmons al podcast Your Mom’s House with Christina P. and Tom Segura. «La stanza era piena e c’era una pila di brownie su di un tavolo. E io amo i brownie. Tutti volevamo solo fumare ma io rispondevo “lasciatemi perdere, voglio solo della torta”».
Una donna inizia così a distribuire i brownie: «Me ne sono fatto dare uno, e poi un altro. E così come un cane con l’osso l’ho iniziata a seguire: “Posso averne un altro?”. Ho continuato a mangiarne: sei in tutto». Naturalmente i brownie erano impastati con della marijuana e ben presto Simmons comincia ad accusarne i sintomi. «La stanza si era fatta più grossa e la mia testa più piccola, della dimensione di un’oliva. Ricordo che provavo a spalancare gli occhi per sembrare normale di fronte alle altre persone. Quando mi muovevo le mie mani prima mi sembravano piccole, poi enormi come quelle dei cartoni animati».
Sarà una editor del magazine Creem ad aiutare Simmons a raggiungere la sua limousine: «Mentre camminavano, ad ogni passo, i miei pied diventavano giganti. E parlavo ad alta voce perché pensavo che non potessero sentirmi perché la mia voce mi sembrava piccolissima. Così siamo entrati nella limo e io avevo paura di muovermi o far qualsiasi cosa. Ma avevo sete così ci siamo fermati qualche isolato dopo, nel ghetto di Detroit, e lei mi ha accompagnato a prendere un drink. Il quartiere era pieno di gente venuta a mangiare dopo il nostro concerto».
Simmons ricorda: «Ero vestito tutto in pelle e quindi la gente si è girata a guardarmi. Ma io pensavo mi guardassero perché la mia testa era piccola! Così ho provato a farmi più grosso e quando è stato il mio turno di ordinare ho urlato: “Posso avere un bicchiere di latte?”. Poi siamo tornati in hotel e anche lì mi sembrava tutto enorme: non mi sono mai sentito così grosso in vita mia. Non mi era mai successo, non ero preparato».
Sulle motivazioni che hanno portato Simmons a vivere una vita totalmente sobria pesa l’esperienza della madre, detenuta in un campo di concentramento durante l’Olocausto. «È stata in un campo di concentramento quando aveva 14 anni. E così non ho mai voluto ferirla. Sono sempre stato consapevole che non volevo deluderla né dargli peso. Così non ho mai fumato sigarette, e non sono mai stato fatto o sbronzo».