L’icona di una bandiera palestinese, seguita da un cuore spezzato. E poi: «Al Met Gala nessuno ha detto nulla sulla Palestina, è solo una grande distrazione in questo momento. Nessuno ha speso nemmeno un secondo per dimostrare il proprio supporto a ciò che che sta avvenendo in quella terra».
Questo il messaggio comparso nelle storie di Ghali nella serata di ieri, a un paio di giorni dall’evento newyorchese. Non è la prima volta che l’artista si espone pubblicamente, e senza mezzi termini, a sostegno della causa palestinese e della liberazione di Gaza. Dopo il caso-Sanremo, l’ultima volta era stata a marzo, dove, sempre a mezzo social, aveva criticato gli artisti italiani, per lui eccessivamente restii a esporsi politicamente per paura di essere tagliati fuori dai giochi dell’industria musicale.
Ma il messaggio di ieri continuava: «Fanculo i vostri vestiti, che comunque facevano schifo. Eravate lì come degli zombie, a dannarvi per raccogliere qualche briciola di fama caduta da un tavolo più in alto di voi. Smettetela di usarci solo quando vi facciamo comodo. Teniamo gli occhi puntati su Rafah».