«No, non guardo Sanremo (…) Una volta era il Festival della canzone, non era neanche importante chi la cantasse, poi le case discografiche si sono accorte del potere rituale per l’Italia e adesso fanno il prodotto finito sperando che abbia una promozione. Da lì la tv si accorge che lo spettacolo di Sanremo funziona, arriva non solo in Italia ma anche fuori, e allora si appropria di Sanremo e lo fa diventare lo squallido spettacolo che è adesso». Gino Paoli è il “primo grande vecchio” a raccontarsi a Tintoria, il podcast di e con Daniele Tinti e Stefano Rapone che sarà online su Youtube e su tutte le piattaforme da martedì 6 febbraio, primo giorno del quinto Festival targato Amadeus.
E proprio di Sanremo il cantautore genovese ha parlato durante la 195esima puntata, registrata eccezionalmente a Genova davanti alla platea sold out del Teatro Sant’Agostino, facendo anche una sorta di storia della manifestazione fino a concludere: «Era tutta un’altra cosa, era un fatto anche economico, globale quello delle canzoni che andavano a Sanremo perché erano state scelte da un editore, quindi avevano dei filtri già talmente importanti che la canzone di merda non arrivava a Sanremo, invece adesso ci arrivano soprattutto quelle di merda».
Paoli, chiaramente a suo agio nel clima di totale libertà del podcast, non si è risparmiato: prendendo spunto dalla sua autobiografia Cosa farò da grande. I miei primi 90 (scritta con Daniele Bresciani e edita di Bompiani), ha ripercorso con i due comici la sua carriera, dall’essere diventato un cantante suo malgrado a una lunghissima serie di aneddoti sui più grandi protagonisti della storia della musica italiana. Vedi Lucio Dalla e Luigi Tenco, raccontati senza filtri come da tradizione a Tintoria (co-prodotto da The Comedy Club e distribuito da OnePodcast), che continua a mantenere la sua originalità e la sua essenza mai mainstream, ma che è comunque ormai diventato punto di riferimento nel mondo dei podcast comedy italiani e non solo. Vedere la clip qui sotto su Lucio Dalla per credere.