Trent’anni fa, per la precisione il 25 gennaio 1994, gli Alice in Chains pubblicavano l’EP Jar of Flies, che fece da ponte tra il capolavoro Dirt e l’ultimo album omonimo e finì al primo posto in classifica negli Stati Uniti.
Il barattolo di mosche citato dal titolo si riferiva a un esperimento fatto dal chitarrista e autore Jerry Cantrell quando frequentava la scuola. Consisteva nel riempire due barattoli di mosche e sovralimentare quelle del primo, sottoalimentando quelle del secondo. Col risultato che le prime si moltiplicavano per poi morire a causa del sovraffollamento, mentre le seconde sopravvivevano più a lungo.
Nella foto di copertina scattata da Rocky Schenck nel salotto di casa, un ragazzino guardava per l’appunto un barattolo con dentro alcune mosche che erano state catturate da un assistente del fotografo in una scuderia (Schenck è tra le altre cose anche regista di alcuni video della band e non solo). «Le mosche continuavano a morire, il bambino si lamentava e il mio assistente ne catturava di nuove», ha ricordato il fotografo cinque anni fa. «L’album è stato candidato ai Grammy nella categoria Best Recording Package… e io ho ancora quei barattoli».
Per festeggiare il trentennale dell’album, sono stati prodotti dalla Romanus Records 150 vinili trasparenti con mosche morte al loro interno. Il problema è stato catturare le mosche, scrivono su Instagram quelli della Romanus che non sono nuovi a trovate del genere, sempre in edizione super limitata. Hanno prodotto tra le altre cose un vinile con al suo interno del liquido rosso sangue per i Mötley Crüe.
I vinili degli Alice in Chains sono già sold out, così come sono esauriti i cofanetti in edizione limitata contenenti un vasetto con luce red e finte mosche e il vinile tricolore pubblicati dalla band, ma potete sempre uscire di casa e catturare le vostre mosche per festeggiare il trentennale di un grande EP.
Il post della Romanus:
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Lo spot andato in onda all’epoca su MTV:
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Le outtake della copertina postate dal fotografo:
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