Gli Elio e le Storie Tese ripubblicano i loro primi tre dischi, introvabili, insieme a un sacco di materiale inedito, che li riporta alle origini. Ed è anche una nuova fase della loro carriera, alla ricerca della semplicità.
Riscoprire il materiale degli esordi è stato bellissimo: come scrivere oggi il diario di quegli anni
«Lo straordinario mix di assurdo alla Monty Python e nerdismo musicale, unito al fatto che parlava agli “ultimi” (non c’è luogo più tribale e crudele di un’aula di scuola superiore, lo sapete benissimo) ne fece un fenomeno dirompente. La geniale carriera degli Elii – i picchi rimangono le sublimi partecipazioni a Sanremo, uno dei momenti più alti della storia della tv italiana – è qui a ricordarci che le battaglie pregiudiziali non vincono mai.
Puoi andare dove vuoi, se vai a fare la tua cosa. Si può andare ovunque; basta portare se stessi in quell’ovunque e non uno specchio che restituisce l’immagine della cornice vuota, la foto in cui siamo così mimetizzati che nemmeno ci si riconosce». Apre così il suo editoriale Massimo Coppola su Rolling Stone di ottobre, in edicola dal 9.
Gli Elio e le Storie Tese ripubblicano i loro primi tre album, Elio Samaga Hukapan Kariyana Turu (1989, che in singalese significa: “Eiaculiamo e scoreggiamo con Elio in allegria”), Italyan, Rum Casusu Çikti (1992, in turco significa: “Si è scoperto che l’italiano era una spia greco-cipriota”) e Esco dal mio corpo e ho molta paura (1993) insieme a tre dvd ricchi di extra e materiale inedito.
Presentati da Mal dei Primitives, contengono rarità come il concerto a Osaka per l’esposizione universale del 1990 e il backstage della realizzazione di Pipppero® con Il Mistero delle Voci Bulgare.
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