Maurizio Carucci, gli anni Novanta, se li ricorda quasi con una lacrimuccia. Erano i tempi dei primi amori e dei pezzoni dance che gli facevano un po’ da colonna sonora. La lacrimuccia comunque, se c’è, nel video non qui sopra non la si vede per via dei vistosi occhiali da sole che il cantante e fondatore degli Ex-Otago ha tenuto per tutta la strimpellata-chiacchierata.
È successo tutto qualche settimana fa all’Home Festival di Treviso, dove dietro al gigantesco main stage stava parcheggiato lo Studio Mobile di Red Bull. Dentro alla sua immensa sala di registrazione (lo è davvero, se si conta che alla fine è un TIR riconvertito in studio), i genovesi ci hanno raccontato dei loro dischi preferiti della decade più eccentrica del Novecento, suonato uno di questi, Rhythm of The Night di Corona e tolto ogni dubbio sul fatto che siano genovesi. Belìn.