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Grazie al Cielo c’è Ortigia

Non vediamo l'ora di tornare all'Ortigia Sound System, il festival organizzato nell'incantevole isola che fa da centro storico di Siracusa
Erlend Øye live. Crediti: Alessio Nicastro

Erlend Øye live. Crediti: Alessio Nicastro

Raccogliendo un po’ di pareri dagli habitué di Ortigia Sound System, l’idea che è venuta fuori più spesso è che l’edizione appena passata è stata la prima, “vera” da festival serio. Ormai sono quattro anni che l’isola che fa da centro storico di Siracusa viene colonizzata pacificamente, per un weekend all’anno, da concerti, talk e boat party. Eppure questo è stato il primo anno dove si è vista un’organizzazione meticolosa, un programma più ampio (che rende necessaria la prima) e anche un botto di gente in più da un po’ ovunque nel mondo.

Siamo tutti d’accordo sul fatto che, se il posto è figo e il festival pure, i numeri inevitabilmente crescono. Ma forse il 2017 sarebbe stato comunque un punto di svolta per OSS.

Quest’anno Siracusa e i suoi marmi bianchi e levigati compiono 2750 anni. Un’età importante, che Germano, Enrico e tutti i ragazzi che hanno lavorato al festival volevano trasmettere al pubblico. Come a ricordare che oltre ai concerti e i dj set in riva al mare c’è un posto allucinante che nei secoli ha visto susseguirci greci, normanni e cristiani. Non solo clubber sorridenti (ed educati).

Mount Kimbie Live

Con queste premesse, com’è andato il festival? Benissimo, proprio perché il festival serio alla fine serio non è. Ce l’avevano già raccontato gli organizzatori prima ancora che si consumassero i suoi sette giorni di festeggiamenti, dal 24 al 30 luglio: lo scopo primo di Ortigia Sound System rimane l’intimità, il mantenimento della più totale informalità con il pubblico. Così che nessuno si senta “un turista che paga per ballare” ma piuttosto un partecipante, un fruitore di belle cose. Che siano la facciata barocca del Duomo, il live di Sevdaliza o i banchi del pesce appena pescato.

Quanto al programma, il primo episodio interessante—era facile prevederlo—è stato il live di Erlend Øye dei Kings Of Convenience. Ormai lui vive a Siracusa tutto l’anno, quindi ha avuto il tempo per provare e riprovare il suo repertorio di classici della canzone italiana, oltre che di escogitare con lo staff del festival il modo migliore per rendere il tutto indimenticabile. E pare ci siano riusciti, facendo cantare Erlend da una barca mentre il pubblico seguiva sparpagliato su altre imbarcazioni e vari galleggianti.

Un live placido in un contesto suggestivo proprio per iniziare piano e preparare il popolo di OSS ai successivi tre giorni, belli impegnativi perché densissimi di eventi. Se quando picchiava il sole il migliore posto dove stare era il boat party—a cura di Black Spuma e Gommage DJ Team venerdì e Sua Maestà Gaika sabato—la sera ci si ritrovava tutti all’Antico Mercato (menzione speciale per Awesome Tapes From Africa e i suoi vecchi nastri pieni di ritmi matti) o fra le mura del Castello Maniace, dove sabato Yombe, Sevdaliza e Mount Kimbie hanno mostrato un uso più divertente e costruttivo di quella che per secoli è sempre stata una piazza d’armi.

Con domenica sera, il popolo pacifico di OSS si è dileguato salendo su aerei, navi e auto e forse pensando già all’anno prossimo. Per ora, una sola edizione è confermata per il futuro, il resto si vedrà. Siamo solo tutti contenti di esserci stati almeno una volta.

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