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I Linea 77 presentano il nuovo album traccia per traccia

Dade, frontman e membro fondatore della band torinese, commenta traccia per traccia "Oh!", il nuovo album in uscita oggi. E si può anche ascoltare
"Oh!", il nuovo album dei Linea77 in uscita oggi

"Oh!", il nuovo album dei Linea77 in uscita oggi

I Linea 77 tornano a 5 anni dall’ultimo disco, formazione diversa e ma stessa rabbia, quella dei primi ’90. Dopo il primo non-video ufficiale, possiamo ascoltare per intero il nuovo album Oh!, in uscita oggi. Ce lo commenta traccia per traccia il loro frontman e membro fondatore Dade.

Potete guardare o riguardare il non-video del primo singolo, la traccia che apre Oh!, proprio qui di seguito e probabilmente potete ancora mettervi alla prova e vincere l’ingresso gratis a tutti i loro concerti. E se non vi divertite, siete delle persone noiose.


1. “PRESENTAT-ARM!”

È il primo singolo che abbiamo scelto di fare uscire perché fondamentalmente è un riassunto perfetto dell’intero disco. Senza ombra di dubbio è il brano più “a fuoco”… e non è monocromatico. Il testo è stato scritto in furgone durante una data del tour. Ricordo che era mattina e che la parte “dipingo il mondo di nero cantando Blitzkrieg Bop dei Ramones” mi è venuta guardando un gruppo di ragazzini seduti sui gradini di un Autogrill… Decisamente sfatti, probabilmente di ritorno da un rave. Per un attimo ho rivisto i Linea77 sedicenni. Un momento piacevolmente malinconico.

2. “LUCE”

La canzone più hardcore dell’intero disco. Una delle mie preferite. Un brano diviso in due parti ben distinte: “Luce” e “Il vuoto delle forme”. Quest’ultima è la parte finale, quella che và da 2:40 alla fine. Il testo è tra i più oscuri della nostra discografia e contiene la citazione di una delle più grandi poesie italiane di tutti i tempi: “Soldati” di Ungaretti.

3. “DIVIDE ET IMPERA”

Il featuring con En?gma è una cosa a cui tenevamo particolarmente. Seguiamo il rap italiano fin dai tempi di Isola Posse All Stars. Abbiamo visto questo genere evolversi e trasformarsi durante gli ultimi decenni, ed è ormai palese che “l’attitudine iniziale” dello stesso si sia quasi del tutto estinta. En?gma, in Italia, è uno dei pochissimi che continua a possederla e a portarla avanti cercando comunque di innovarla.

Ha una grande cultura. Sa cosa vuole dire e sa come dirlo, e la purezza delle sue rime è cristallina. Ormai è uno dei pochissimi rapper italiani che ascoltiamo e che stimiamo. Il testo è ispirato alle “10 regole per il controllo sociale” di Noam Chomsky.

4. “ABSENTE REO”

Questa canzone ha sette anni, quasi otto. L’abbiamo scritta nel 2007, per Horror Vacui. Ricordo che decidemmo di non metterla nel disco perché il testo di allora (in inglese) non ci convinceva. E’ rimasta nascosta nel sottobosco di cartelle del mio hard disk per circa sette anni, e poi un bel giorno è saltata fuori. Una registrazione solo strumentale fatta in presa diretta durante la preproduzione che facemmo negli studi di Los Angeles insieme a Toby Wright. Abbiamo scritto un nuovo testo (in italiano), l’abbiamo riarrangiata e l’abbiamo registrata. Ora è “Absente Reo”, e sono certo che diventerà un grande classico dei nostri concerti.

5. “IO SAPERE POCO LEGGERE”

È stata ispirata da Cosimo Cavallo (anche se lui non lo sa). Cosimo è una di quelle persone che questa società ci ha insegnato ad etichettare come ′pazzi, barboni, disadattati′. Noi che abbiamo la fortuna di conoscerlo e contemplarlo ogni giorno, seppur in maniera indiretta e distante, sappiamo che è tutt′altro. Cosimo è un artista, un uomo di grande cultura e di enorme sensibilità, che vive la sua follia con estremo coraggio, guardandola negli occhi, senza mai abbassare lo sguardo come invece facciamo tutti noi.

6. “CAOS feat Sabino (TITOR)”

Sabino è un amico fraterno, una persona speciale, chi lo conosce lo sa. Attualmente è il cantante di una delle nostre band preferite, i TITOR, ma in passato è stato il cantante-tastierista di quella che per me non è semplicemente una band, bensì un pezzo di cuore, la fotografia della mia adolescenza: i BELLICOSI.

Collaborare con lui è stato sempre uno dei miei più grandi desideri, e averlo nel nostro disco è un sogno che si avvera. A seguire le parole che mi ha scritto via mail il giorno che mi ha mandato la bozza del testo. Sabino è così: «Ho scritto il testo in prima persona usando il plurale, partendo da una frase autoreferente di “noi band” che si pone in maniera nichilista, disillusa, cinica e definitivamente “adulta” rispetto al mondo, alla gente, agli ascoltatori ecc. dando una propria interpretazione del concetto di “sofferenza” totale come pulsione di creazione della coscienza umana, l’origine del mondo dopo il bigbang.»

7. “COME STANNO VERAMENTE LE COSE”

…non sò. Lo scoprirò e non ve lo dirò.

8. “L’INVOLUZIONE DELLA SPECIE”

Uno dei 2 singoli che sono giù usciti e che dovevano fare parte di “C’eravamo Tanto Armati”. Un testo cinico e nichilista che non lascia spazio a falsi ottimismi. Lo specchio della società odierna.

9. “ZERO”

Senza tanti giri di parole e falsità… È la canzone meno forte del disco. A volte succede che non ci si affeziona alle canzoni, non so come mai… succede, e stavolta è successo. È comunque un buon pezzo, e sono sicuro che diventerà “la preferita” di qualcuno. Personalmente però sento che le manca qualcosa… l’abbiamo cercato in tutti i modi rimaneggiandola decine di volte, cambiando velocità, provando arrangiamenti nuovi… Niente, questa canzone è nata così e così doveva rimanere: semplice. Forse “quel qualcosa in più” lo troveremo suonandola dal vivo.

10. “NON ESISTERE”

L’unica cover del disco. Una delle pochissime cover che abbiamo registrato in vita nostra. I Fluxus sono stati senza dubbio uno dei punti di riferimento più importanti per i Linea77. Ricordo ancora la prima volta che li vidi in concerto al Barrumba di Torino. Erano in sei sul palco, e rispettivamente alla chitarra e al basso c’erano due personaggi altrettanto fondamentali per la nostra crescita artistica: Tax e Marco dei Negazione. Fu un concerto memorabile. Una potenza mai vista. Eravamo dei pischelli al tempo e vedere una band italiana, torinese, così devastante ci cambiò la vita. È anche grazie a loro che ci siamo innamorati del cantato in italiano.

“Non esistere” è la title-track del loro secondo disco uscito nel 1996. Un testo che è la rappresentazione perfetta di una passeggiata estiva e solitaria nelle strade della “Black city”. Ancora oggi quando l’ascolto torno indietro ai miei vent’anni e sento il calore dell’asfalto che mi brucia la faccia, e l’amore e l’odio che provo per questa magnifica città. Franz Goria (il cantante-chitarrista) ha suonato le chitarre in questa cover e ha fatto un piccolo cameo di voce, e per noi è un grande onore averlo all’interno del disco.

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