Una frase fuori posto in un’intervista lunghissima in cui ha ripercorso più di mezzo secolo di carriera ad altissimo livello ha innescato una polemica che sta girando da giorni su social e siti. Protagonista Alberto Radius, cantautore e chitarrista fra i più apprezzati in Italia – con la Formula 3 o al fianco di Lucio Battisti e Franco Battiato – che nei giorni scorsi aveva aperto a Rolling Stone le porte di casa sua a San Colombano al Lambro, nel Lodigiano, e parlato di tutto senza freni. Un po’ nel suo stile, schietto e senza giri di parole.
Una frase in particolare ha innescato un tam tam frenetico e spinto testate locali e nazionali a rilanciarlo. Radius, nato a Roma, è cresciuto a Milano. E quando gli abbiamo chiesto di spiegarci delle sue origini, ha risposto: «La mia famiglia era originaria di Milano, solo che mio padre dopo aver lavorato all’Alfa Romeo è stato chiamato in aviazione e ha continuato con la carriera militare fino a diventare un generale stellato. Ma era un truffatore come me».
Incuriositi, lo abbiamo incalzato: in che senso? E lui: «Che siamo arrampicatori della vita. Ci sappiamo arrangiare. Non alla napoletana, alla milanese. Quelli rubano, noi abbiamo soltanto voglia di fare. Io ce l’ho ancora».
A causa della frase, Radius ha ricevuto una marea di critiche e insulti sui social. Oggi spiega che non c’era alcun intento denigratorio. «Mi scuso profondamente per la questione che sta circolando in rete in queste ore», dice a Rolling Stone. «Un fraintendimento, visto che sono nato a Roma e non mi permetterei mai di offendere i napoletani chiamandoli ladri. Il concetto che volevo esprimere nell’intervista a Rolling Stone è che al sud l’arte di arrangiarsi è appunto un’arte che io, come mio padre, ho imparato a utilizzare presto. Quindi tutto tranne che con un’accezione negativa».
Continua il musicista: «Ho più amici napoletani che milanesi, e la contrapposizione milanesità-napoletanità nel modo di fare le cose è stata mal interpretata. Io e il mio staff, comunque, chiediamo scusa a quanti si sono sentiti offesi da questo pensiero semplicistico, ma che ha generato una spiacevole incomprensione, e mi auguro di poter rivedere e riabbracciare presto anche il mio pubblico napoletano».
A questo link potete leggere l’intervista integrale.